Page 17 - Papaveri e papere
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primo ministro giapponese, Kiichi Miyazawa, che gli sedeva accanto.

            Ma  una  gaffe  nel  vero  senso  della  parola  fu  quella  che  gli  scappò
            quand’era  ancora  vicepresidente,  nell’era  Reagan.  In  visita  ufficiale  ad

            Auschwitz, gli furono mostrate le camere a gas costruite dai nazisti, e lui
            se ne uscì con questo commento: «Ragazzi, andavano forte coi crematori,
            eh?»

            A dettarla, magari, sarà stata la tensione e l’emozione del luogo, ma certo

            la battuta rivela scarsa sensibilità umana e politica.

            George W. non ne ha mai detta una così grossa; si segnala piuttosto per
            scivoloni del tipo «imbranato», che Oche spagnole nel ranch di «Dablia
            Bush  in  qualche  caso  hanno  a  che  fare  con  problemi  di  dislessia  mai

            confessati  ma  sempre  sospettati.  La  cosa  curiosa  è  che  tanto  con  lui
            quanto con il padre le visite ufficiali di Elisabetta d’Inghilterra alla Casa
            Bianca sono state accompagnate da sviste madornali. Nel 1991, quando

            l’inquilino presidenziale era appunto Bush sr., Sua Maestà fu accolta da
            un  podio  troppo  alto.  Risultato:  mentre  leggeva  il  discorso  di
            ringraziamento, di lei si scorgeva soltanto il cappellino.

            Non è dato sapere se invece la sovrana si rese conto, in quell’occasione,

            che al banchetto di Stato il futuro presidente «Dablia» indossava sotto
            lo smoking un paio di stivaletti texani. Quando però, sedici anni dopo, è
            toccato a lui riceverla da capo di Stato, il rancherò ha ceduto il posto a
            un  gentiluomo  in  frac  e  cravatta  bianca:  senza  per  questo  riuscire  a

            evitare  la figuraccia. Stavolta, sotto il podio era stata opportunamente
            collocata  una  pedana:  sul  prato  della  Casa  Bianca  c’erano  settemila
            persone ad ascoltare il discorso di benvenuto, ma sono tutte esplose in

            una risata quando il leader americano ha ringraziato la Regina anche per
            una sua visita precedente, «nel millesettecentonovantasei, per il nostro
            bicentenario». Era ovviamente il 1976, e Bush ha cercato di correggersi
            subito.  Ma  se  il  pubblico  rideva,  Elisabetta  II  non  ha  dato  affatto

            l’impressione di divertirsi all’idea di essere considerata bicentenaria. E
            qualche giorno dopo, nel banchetto di Stato a conclusione del viaggio,
            si è vendicata.

            I Bush, soprattutto la consorte Laura, in quella occasione avevano voluto

            fare  le  cose  in  grande.  Primo  e  ul  timo  pranzo  di  tutta  la  presidenza  in
            cravattino bianco, detestato da George W. Per lui, inoltre, lunghe lezioni di
            etichetta. Alla regina non si porge la mano, ma si aspetta che sia lei a farlo.

            E tanto meno le si massaggiano scherzosamente le spalle, come Bush fece
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