Page 19 - Papaveri e papere
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presidenza quando apparve in pubblico con un taglio e un grosso
ematoma sullo zigomo sinistro, più un bel livido sul labbro inferiore.
Picchiato dalla moglie? No, improvvisa perdita di coscienza mentre, nel
salottino privato della Casa Bianca, mangiava tranquillamente una
ciambella e guardava il football in tv: privo di sensi, era scivolato sul
pavimento tagliandosi con gli occhiali un lato del volto. Non si
dovrebbe mai ridere degli incidenti altrui, ovvia mente, ma si poteva
restare seri di fronte all’immagine ammaccata del presidente-guerriero,
in quell’inizio del 2002?
Come in questo caso, si può ben dire che i maggiori sfregi al suo profilo
siano del resto autoinferti. Soprattutto a causa di una lingua tenuta poco
a freno. Non l’avevano ancora eletto, nel settembre del 2000, che lui già
incespicava in un microfono aperto, durante un comizio nell’Illinois:
«C’è Adam Clymer, quello str… di prima classe del New York Times»,
sibilò a un collaboratore senza accorgersi che lo stava in realtà
comunicando a una folla.
Alla fine del mandato si è confermato sventato come all’inizio. Nello
Studio Ovale della Casa Bianca, durante l’ultimo incontro col presidente
filippino Gloria Macapagal Arroyo, per esprimere la sua stima verso gli
immigrati filippini negli States, Bush non ha trovato di meglio che lodare
la sua cuoca Cristeta Comerford, originaria dell’arcipelago asiatico: «Ho
detto al presidente Arroyo che ho la conferma del valore dei filippini in
America ogni volta che ceno alla Casa Bianca». Lui ha chiuso gli «elogi»
con una bella risata. Il presidente del «popolo di cuochi» ha sussurrato un
«grazie» a bocca stretta ed è volata via.
Ci mancherai, vecchio George W.
Dei bushismi e altri orrori
Quale che sia il contributo di George W. Bush alla storia del mondo,
nessun dubbio sul suo posto nella lingua inglese. In fondo, sotto la scala.