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G.2. URBANISTICA • REALTÀ URBANA
1. DAL VILLAGGIO ALL’AREA METROPOLITANA
NUCLEI ANTICHI E LORO TRASFORMAZIONI
Di ogni insediamento è possibile individuare il nucleo ori- città attraverso l’innesto di nuove arterie, idonee al traffico Attualmente esiste una sensibilità forte e diffusa per la
ginario e poi i progressivi ampliamenti, integrazioni suc- veloce, sulla maglia viaria antica, che poteva soddisfare tutela dei nuclei antichi che impedisce la realizzazione di
cessive non sempre omogenee tra loro, spesso frutto di solo un traffico lento e prevalentemente pedonale. inutili lacerazioni. Esistono peraltro, un po’ ovunque, pro-
sovrapposizioni e sostituzioni avvenute in varie epoche. Un’altra motivazione riguardava la ricerca di monumenta- blemi di risanamento urbano che occorre affrontare,
Si distinguono così forme urbane primitive e forme lità espressa da prospettive lineari e schemi visuali più zona per zona, con grande attenzione capacità tecniche e
urbane derivate le prime di lettura abbastanza semplice ampi. cultura progettuale.
e chiara, le seconde con configurazione più o meno com- I diradamenti molto in auge nella prima metà del XX In questa ottica, possono essere affrontate questioni
plicata, a volte anche confusa. secolo, consistevano nell’abbattimento di alcuni edifici assai delicate come quelle della progettazione (o meglio
Un’analisi attenta deve poi tener conto degli eventuali (generalmente “minori”) per ampliare spazi esterni, isola- “riprogettazione”) dei centri storici, da considerare come
sventramenti e diradamenti effettuati nel tempo su tessuti re monumenti e “rettificare” alcuni percorsi. Queste meto- parti assai pregiate e insostituibili di città alle quali occor-
urbani preesistenti. dologie, che hanno creato ferite profonde e difficilmente re assicurare, non solo un’accurata conservazione, ma
Gli sventramenti molto utilizzati tra il XIX e il XX secolo, rimediabili in tanti tessuti antichi, sono state definitiva- anche funzionalità e vitalità.
avevano lo scopo dichiarato di razionalizzare l’uso della mente abbandonate quasi ovunque. Una tutela solo passiva sarebbe un grave errore.
FIG. G.2.1./3 PALERMO – SVILUPPO URBANO (STUDIO CONDOTTO DALLA PERIFERIE
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA) (coord. Vincenzo Cabianca)
Il concetto di periferia è relativamente recente. La città antica, compatta, circondata di
mura, perfettamente definita non ammetteva sfrangiature, sviluppi poco controllati,
invasioni del territorio agricolo; consentiva solo piccoli borghi semirurali extra-moenia
con ruoli precisi di “tramite” tra città e campagna.
Lo sviluppo urbano accelerato degli ultimi due secoli ha dato invece origine alle peri-
ferie, luoghi dove la città si allarga in maniera tendenzialmente casuale, secondo linee
guida sempre più tenui, fagocitando i vecchi borghi e poi le aree agricole e perfino i
piccoli insediamenti circostanti.
In Italia la formazione delle prime periferie caratterizza la città postunitaria, tardo otto-
centesca, e, con la stabilità politica e la sicurezza interna del nuovo stato, si accom-
pagna alla demolizione delle mura e delle porte medioevali e alla realizzazione delle
nuove stazioni ferroviarie.
In molti casi il primo quartiere periferico è proprio quello, a carattere misto artigianale-
industriale-residenziale, che congiunge la città antica alla stazione ferroviaria.
Nei decenni successivi le periferie si gonfiano di nuclei residenziali popolari d’iniziati-
va pubblica e privata, e poi di realizzazioni edilizie di ogni genere comprese quelle
industriali. L’imponente sviluppo demografico della prima metà del XX secolo e l’allar-
gamento della fascia di popolazione interessata dai primi segni di benessere econo-
mico determinano lo sviluppo apparentemente inarrestabile delle città e quindi delle
periferie.
Le periferie recenti (della seconda metà del XX secolo) presentano quasi sempre i
connotati di spazi poco strutturati, eccessivamente dilatati e monofunzionali, spesso
isolati dal contesto generale. Esiste quindi il problema del loro rimodellamento, pun-
tando sulla creazione di una continuità urbana inesistente, tramite il miglioramento
del sistema dei collegamenti e dei servizi, la convertibilità di aree e di volumi, la crea-
zione di un sistema del verde pubblico efficace.
AREE PERIFERICHE
Attualmente è indispensabile distinguere tra diversi tipi di aree non centrali:
QUARTIERI DEL TARDO OTTOCENTO E DEL PRIMO NOVECENTO ormai con-
solidati e assimilati, non privi di qualità urbane e di attrattive proprie, non più defini-
bili come “periferie”;
QUARTIERI ESTERNI dove prevalgono i grossi interventi pubblici di edilizia econo-
mica e popolare;
QUARTIERI ESTERNI dove si susseguono intervento privati scarsamente omoge-
nei e di diversa qualità;
Centro storico Espansione al 1973 Aereoporto AREE INDUSTRIALI E ARTIGIANALI;
Espansione al 1936 Espansione al 1981
Espansione al 1956 Cimitero Parco della favorita NUCLEI DELL’ESTREMA PERIFERIA dove a volte dominano la casualità, l’abusi-
Ferrovia vismo e la carenza di servizi e attrezzature collettive. ?
Circonvallazione
FUNZIONALITÀ E RICONOSCIBILITÀ FORMALE
Ogni progettazione urbana deve assicurare alle varie FIG. G.2.1./4 ROMA – INSEDIAMENTO DI CASAL FIG. G.2.1./5 GENOVA – INSEDIAMENTO FORTE
parti e all’insieme funzionalità e riconoscibilità formale. MONASTERO (prog. Elio Piroddi, Franco QUEZZI (prog. Luigi Carlo Daneri e
La funzionalità riguarda il sistema delle comunicazioni Donato, Michele Liistro, G. Rolli e altri) altri, 1959)
e la distribuzione delle attrezzature, dei servizi pubblici
e privati e delle residenze in modo che tutte le attività
(compatibili) possano svolgersi armonicamente.
La riconoscibilità formale riguarda invece la possibili-
tà di recepire gli spazi nella loro successione, nei loro
ruoli (primari e secondari), nelle loro interdipendenze e
nel loro disegno globale.
Essenziale è la formazione di un continuum edificio-
città-territorio, che assicuri l’integrazione dei vari
momenti del progettare, alle diverse scale, con intenti
complessivamente convergenti.
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