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G.1. URBANISTICA • ELEMENTI CONOSCITIVI E RAPPRESENTATIVI
   3. MODALITÀ DI LOCALIZZAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI

      FORME SPONTANEE, ORGANICHE, PIANIFICATE

      La città attuale non può avere come riferimento solo la         FIG. G.1.3./1 SABAUDIA: UN INTERVENTO ORGANICO
      città antica o, più semplicemente, la città tradizionale.
      Occorre infatti perseguire la costruzione di nuovi modelli      che appaiono come successioni di “non luoghi”, spazi        Per alcuni studiosi l’obiettivo dovrebbe essere quello di
      sempre più funzionali, organici e idonei alla vita presente.    superdilatati e monofunzionali dove si evidenzia la caren-  creare una “continuità aperta” associata a una “urbani-
      I teorici ottocenteschi, i primi che abbiano formulato idee     za di attività amministrative, culturali, commerciali e di  tà continua” capace di produrre una fruizione dinamica
      sulla nuova città, immaginavano uno sviluppo urbano             servizio capaci di produrre coagulo e vivacità sociale.     delle varie parti. Anche nel territorio agricolo diffuso
      ottenibile tramite la realizzazione di piccoli insediamenti     Le più gravi carenze riguardano gli spazi collettivi e      occorrerebbe trovare segni forti di continuità (del
      autosufficienti, distribuiti nel territorio. Il tempo ha dimo-  i rapporti di interrelazione tra loro, compresi gli spazi   sistema abitativo, agrario, infrastrutturale) e tratti più
      strato invece che le città esistenti tendono a consolidarsi     verdi.                                                      organici di relazione tra elementi naturali e di progetto.
      in se stesse, a rigenerarsi anche con grandi trasforma-
      zioni, a incrementare le densità e le superfici, a ingloba-
      re i piccoli insediamenti periferici, a formare “conti-
      nuum” città-campagna di notevole entità.
      Da oltre un secolo le grandi città sono i luoghi di massi-
      ma concentrazione degli interessi economici e culturali
      per effetto della loro capacità di produrre innovazione e
      sviluppo.
      In esse si manifestano forti movimenti, centripeti ma
      anche centrifughi, che la pianificazione urbana e territo-
      riale dovrebbe guidare.
      È il caso di tutte le principali metropoli europee: Londra,
      Parigi, Francoforte, Bruxelles, Amsterdam, Barcellona,
      Roma, Milano ecc.
      Le aree centrali forti attraggono e respingono quelle
      periferiche deboli, ma hanno anche, contestualmente,
      la necessità di allargare il proprio spazio fisico, di distri-
      buire meglio le funzioni, di integrarsi con le realtà circo-
      stanti, di costruire dei rapporti efficaci, di rendere vivibi-
      le l’ambiente. Si assiste così alla formazione di aree
      metropolitane molto articolate, sostenute da reti di
      rapporti complessi, dove si moltiplicano i punti di coagu-
      lo intermedi con connotati locali, dove la compattezza è
      meno intensa; poi tutto si dirada fino al formarsi di un
      nuovo tipo di campagna: la campagna urbanizzata.
      La città attuale ripropone raramente concetti come
      quelli di “margine definito” tipici della città antica che si
      circondava di mura, di fossati, di altri elementi di confi-
      ne molto netti.
      Le strategie urbanistiche d’intervento possono essere
      varie: per poli e direttrici di sviluppo, miste ad azioni di
      riequilibrio anche molto energiche. Appare comunque
      irreale opporsi in maniera preconcetta alla grande dimen-
      sione urbana, anche quando questa è causa di numerose
      difficoltà e, a volte, di vere e proprie situazioni di crisi.
      La configurazione delle metropoli ne è la prova.
      Strategie particolari di pianificazione debbono comunque
      essere messe in atto per la riqualificazione delle peri-
      ferie, specialmente per quelle (e sono la maggioranza)

      FIG. G.1.3./2 SABAUDIA: UN PICCOLO SISTEMA DI PIAZZA IN                                  ESPANSIONI RECENTI IN ITALIA
                        CORRISPONDENZA DELL’INTERSEZIONE DELLE TRE STRADE
                        PRINCIPALI (da Latina, da Terracina, dal mare)

      Sabaudia (LT) è una città di circa 14.000 abitanti dell’agro pontino, fondata nel 1933   Le espansioni urbane ottocentesche e del primo Novecento tendono ad allargare
      nell’ambito della bonifica, sulla sponda nord-orientale del lago di Paola, in vicinanza  l’impianto antico oltre un primo anello di circonvallazione (spesso ricavato dall’ab-
      del mare. Progettata dagli architetti G. Cancellotti E. Montuori, L. Piccinato e A.      battimento delle mura di cinta) in base a disegni planimetrici regolari, scanditi da
      Scalpelli, è caratterizzata da un impianto di forma romboidale che fa perno sulla        ampi viali e da volumetrie non troppo compatte e raramente continue. Frequente
      piazza centrale, di grande interesse e modernità.                                        anche la realizzazione di quartieri residenziali a villini, ispirati ai modelli formali del-
      Il complesso urbano è stato inoltre valorizzato dall’inserimento in un ambiente natu-    le “città giardino” inglesi.
      rale di particolare pregio (Parco Nazionale del Circeo). Le espansioni recenti non
      hanno alterato dannosamente le caratteristiche generali dell’insediamento.               Le espansioni urbane recenti (della seconda metà del XX secolo) offrono quasi
                                                                                               sempre, salvo rare eccezioni, panorami incoerenti nei quali dominano irrazionalità
                                                                                               delle reti di comunicazione, carenza di verde e di servizi, disordine edilizio.

                                                                                               Attenzione particolare meritano però i nuovi quartieri di edilizia economica e
                                                                                               popolare realizzati tramite appositi enti che hanno operato un po’ ovunque e spes-
                                                                                               so con notevole impegno.

                                                                                               Anzitutto gli IACP (Istituti autonomi per le case popolari) fondati in tutte le provincie
                                                                                               italiane a partire dall’inizio del Novecento.

                                                                                               Poi l’INCIS (Istituto nazionale case per gli impiegati dello Stato).

                                                                                               Infine l’INA CASA (ente derivato dall’Istituto nazionale assicurazioni), poi trasforma-
                                                                                               to in GESCAL (Gestione case lavoratori) e l’ISES (Istituto per lo sviluppo dell’edili-
                                                                                               zia sociale).

                                                                                               Ma, intorno alla metà degli anni Settanta, per effetto di una malintesa e urgente esi-
                                                                                               genza di decentramento, sono stati soppressi contemporaneamente tutti i tre enti
                                                                                               edilizi a carattere nazionale, trasferendo con molte difficoltà le loro competenze
                                                                                               agli IACP.

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