Page 94 - Riflessologia della memoria
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Abbiamo visto che il dolore può riguardare il vissuto personale, recente o lontano nel tempo,
un evento prenatale o spingersi persino alla “ricezione” di eventi stressanti vissuti da parenti o
avi.
L'esperienza pratica ci ha mostrato che ogni uomo e ogni donna possono portare impressi i
segni, palesi o latenti, di eventi che hanno causato sofferenza ai loro predecessori. Insieme
all'eredità fisica genetica, che possiamo riconoscere nella struttura fisica, nel colore dei
capelli e degli occhi e nei tratti somatici, sono riscontrabili tracce ereditarie di ricordi,
emozioni, gioie e dolori.
Placche cutanee: il fattore comune
Un fattore, però, accomuna i differenti casi, rendendo possibile il riconoscimento e il
successivo trattamento delle cause: la rintracciabilità di aree fisiche relative alle singole
memorie contenenti le tracce di un segnale. Stiamo parlando, ovviamente, delle Placche delle
Età.
Negli anni in cui si è registrato un evento perturbante, drammatico o doloroso, in questi
punti viene a crearsi un riflesso riconoscibile se sottoposto a differenti tipi di stimolazione
superficiale: spesso è sufficiente la leggera pressione di un dito. Nella quasi totalità dei casi,
la zona che si mostra ipersensibile denuncia la presenza di un evento emotivamente doloroso.
Attraverso l'individuazione di queste Placche ci viene offerta la possibilità di accedere alla
memoria secondo un ordine cronologico, mentre possiamo interagire con memorie archiviate
“per argomento” grazie alle Catene Lineari e ad altre specifiche Placche cutanee. I ricordi
così “riportati in superficie” (attraverso opportune stimolazioni superficiali) si prestano a
essere rielaborati in chiave emotiva, psichica, energetica e fisica. Elaborare, in questo caso,
significa anche rivivere parte del contorno emotivo, potendo però riconoscere l'assenza di
conseguenze esteriori correlate. Il risultato diverrà un'esperienza metabolizzata, in luogo del
precedente trauma non risolto.