Page 99 - Riflessologia della memoria
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Nutrimento per l'Anima
Ogni esperienza è interpretabile come un nutrimento per l'Anima. E, se il nutrimento fisico (gli
alimenti) richiede uno stomaco e gli enzimi necessari per la digestione, anche gli eventi
richiedono un apparato digerente idoneo allo scopo e un cospicuo numero di particelle
energetiche in grado di operare la scomposizione tra parti nutrienti (insegnamenti) e parti di
supporto da scartare (contorno emozionale). Questo significa che quello che ci accade (anche
la parte “buona”) va davvero trasformato, così come il nostro corpo trasforma il cibo che
ingeriamo. Altrimenti sarebbe come tenersi un alimento intero nello stomaco. Persino
un'arancia, la più buona, salutare e nutriente, risulterebbe inutile, oltre che indigesta, se non
venisse scomposta per essere utilizzata come nutrimento!
Quando viviamo un'esperienza dobbiamo essere sufficientemente “attrezzati” per
metabolizzarla, il che vuol dire, per prima cosa, dividere gli insegnamenti dal corredo
emozionale e poi trasformare le esperienze in “essenza”. Se non si attua questo processo,
l'evento viene “momentaneamente parcheggiato” nella memoria o addirittura nascosto
nell'inconscio. I contenuti dell'inconscio, di tanto in tanto, reclamano una soluzione rifacendosi
vivi, anche senza che si desideri volontariamente che ciò avvenga. L'insoddisfazione,
l'insofferenza, la voglia di cambiare possono essere segnali del fatto che dentro di noi c'è
qualcosa che non va, ma che non è stato compreso e pertanto non può generare un positivo
cambiamento. Lo stesso può dirsi per i vari malesseri dell'animo, come la tristezza o la
depressione.
Un avvenimento non digerito può manifestarsi come un sintomo o un segnale doloroso (sia
di tipo fisico, sia di tipo emotivo) che reclama attenzione. Se nessun intervento attivo viene
messo in pratica, il segnale d'allarme può diventare sempre più forte o sempre più continuo,
trasformandosi in una vera patologia.
Sogni: dialoghi con l'inconscio
Uno dei modi forse più affascinanti e interessanti che l'inconscio utilizza per dialogare con noi
è il sogno. Quando non siamo impegnati in mille attività quotidiane e il rumore dei pensieri si
fa più soffuso, fin quasi a scomparire, lui, l'inconscio, fa capolino dalle profondità del suo
regno e ci porta in giro alla scoperta di storie dimenticate, di segreti, di tesori nascosti e
talvolta anche di scheletri nell'armadio.
L'inconscio è un sapiente insegnante, che usa i sogni per mostrarci cose che ignoriamo da
svegli perché troppo occupati o distratti. Il suo linguaggio può apparire strano, a volte
indecifrabile, simbolico, ma se lo ascoltiamo presto o tardi inizieremo a comprendere la sua
lingua e scopriremo che è in grado di distillare il suo sapere e i suoi insegnamenti in maniera
adeguata alle nostre possibilità di comprensione. Se un problema è troppo grande per noi, lui
saprà somministrarlo in dosi omeopatiche, ma se facciamo i lazzaroni lui ci scuoterà con
violenza per suscitare una reazione. L'inconscio non ci sottopone mai nulla che non siamo in
grado di affrontare. Anche perché, se non abbiamo armi sufficienti per sconfiggere il nemico