Page 100 - Riflessologia della memoria
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onirico... beh, semplicemente non ricorderemo il sogno!

         Quando  il  tempo  per  affrontare  una  “memoria  parcheggiata”  è  maturo,  uno  dei  modi  che
      l'inconscio usa per farsi vivo è il sogno ricorrente. In questo caso l'inconscio segnala che c'è
      una lezione da apprendere (alla quale sta già lavorando nel profondo) e sottolinea l'urgenza di
      una  presa  di  coscienza  da  parte  del  sognatore.  Il  reiterarsi  di  un  sogno,  spesso  con  una
      frequenza crescente, rimarca la necessità di soluzione.





      Una questione di energia



      Dove c'è un problema c'è una questione di energia da risolvere. Uomini e donne ci appaiono
      sotto forma di un limitato corpo fisico, ma in realtà, come ogni forma vivente, come l'intero
      creato, siamo energia, energia in movimento. Quando ci portiamo dietro un dolore nell'animo
      come nel corpo, vuol dire che c'è un vuoto, un pieno o un blocco di energia.
         Vivere comporta un dispendio energetico. Lo vediamo benissimo a livello materiale, perché
      siamo costretti a mangiare per avere “carburante” da bruciare nelle nostre molteplici attività.
      Ma in realtà ogni essere vivente non si limita a nutrirsi di solo cibo. Ci sono almeno altri due

      alimenti indispensabili: l'aria e le impressioni. La prima forma di energia, il cibo, è la forma
      più solida di alimento utile per il corpo, l'aria (e il prana) è una forma più rarefatta di energia
      vitale e l'ultimo alimento, le impressioni, è quello che abbiamo definito prima nutrimento per
      l'Anima.
         Quando facciamo una corsa bruciamo energia e, in maniera simile, ogni avvenimento che
      viviamo  ci  fa  usare  energia.  Nelle  relazioni  interpersonali  c'è  un  continuo  interscambio  di

      energia. Quindi quando stiamo male è una questione di energia. Possiamo avere intrappolato
      nel  nostro  essere  energia  indesiderata,  eccessiva,  “negativa”  per  noi,  in  questo  caso  ci
      troviamo di fronte a un “pieno di energia” che dovremo liberare; oppure l'energia non fluisce
      liberamente  nel  nostro  essere:  ciò  corrisponde  a  un  “blocco  di  energia”  che  bisognerà
      rimettere in circolazione. Per finire possiamo aver perso energia in una situazione della nostra
      vita  (una  relazione,  un  problema,  un  conflitto,  un  lutto,  eccetera),  allora  saremo  nella
      condizione di avere un “vuoto di energia” che dovremo recuperare.

         Non è veramente possibile illustrare a parole cosa sia un pieno o un vuoto di energia. Le
      parole hanno limiti entro i quali è difficile identificare, spiegare e catalogare qualcosa come
      l'energia, che non è identificabile, catalogabile, spiegabile. L'energia si può sentire e se ne
      avvertono gli effetti, ma si cozza contro la razionalità quando si vuole analizzarla come un
      problema. Proviamo ugualmente a immaginare il vuoto di energia come energia imprigionata
      in  uno  spazio/tempo  in  cui  si  è  svolto  un  evento  che  ha  “agganciato”  una  parte  del  nostro

      campo energetico. In maniera analoga immaginiamo un eccesso di energia, come se nel nostro
      campo  energetico  avessimo  “imprigionato”  forme  energetiche  esterne  a  noi  (queste  forme
      energetiche possono essere anche emozioni nostre o altrui).
         Rivivere consapevolmente un evento che ha provocato una perturbazione nel nostro campo
      energetico  vuol  dire  accedere  all'energia  dispersa  o  imprigionata,  per  recuperarla  o  per
      liberarla.  Questo  è  possibile  se  operiamo  consapevolmente  e  con  intenzione.  Le  Placche
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