Page 102 - Riflessologia della memoria
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una gita domenicale in bicicletta: non possiamo pensare di organizzare la prima uscita su un
tracciato di duecento chilometri, magari in salita. Il buon senso e un briciolo di esperienza ci
consigliano di commisurare lo sforzo alle potenzialità effettive. Esagerare potrebbe diventare
sinonimo di smettere. E non a torto... Il medesimo principio sembra venire applicato
dall'inconscio quando impartisce le proprie lezioni: comunica elementi commisurati alle
capacità della coscienza. Né più né meno. Come un bravo insegnante che già prevede a quale
livello di preparazione dovrà arrivare lo studente entro fine anno, non pretende certamente di
fare tutto in un giorno, né di partire dalla fine per procedere a ritroso.
La terminologia metabolizzare un evento per noi assume il significato di “addentare”
l'esperienza/alimento un pezzo per volta (in base alla capienza dello “stomaco emozionale”),
poi “digerirlo” fino a separare le parti inutili da quelle nutrienti e, per finire, assimilare queste
ultime in modo da poterne sempre, in futuro, utilizzare le potenzialità.
Superare la paura dei ragni
Usciamo dal mondo dei concetti e caliamoci per un poco nella dimensione pratica con un
semplice esempio: immaginiamo un soggetto aracnofobico, ovvero con la paura dei ragni. Se
il nostro personaggio vedesse fisicamente un ragno le sensazioni fisiche potrebbero essere
quelle di alterazione del respiro e dei battiti cardiaci, paralisi momentanea, sensazione di gelo
con brividi localizzati o diffusi, mentre la risposta emotiva potrebbe assomigliare a terrore,
ribrezzo, perdita del controllo sulle proprie azioni, eccetera. Questa “giostra” fisica ed
emotiva è destinata, di solito, a diminuire progressivamente fino a permettere al soggetto il
ritorno alla normalità soltanto dopo che l'elemento scatenante sarà uscito di scena.
Teniamo presente, però, che la presenza fisica del ragno non è indispensabile: si tratta
dell'idea del ragno, come entità del mondo psichico soggettivo, a scatenare tutte le
conseguenze emotive e fisiche. Basti pensare che, per innescare il processo fobico, può essere
sufficiente vedere un filmato o una semplice fotografia. Il medesimo contorno emozionale è
riscontrabile anche in sogno alla comparsa del “soggetto” ragno.
Consideriamo adesso la scomparsa del ragno: se ciò avvenisse d'improvviso, come per
magia, anche gli effetti svanirebbero da soli. Se, poi, il nostro sofferente protagonista riuscisse
ad allontanare, schiacciare o addirittura prendere in mano il ragno, e magari accarezzarlo
senza per questo soffrirne, probabilmente il suo problema sarebbe già risolto. Tali esperienze
si rivelano altrettanto valide anche quando avvengono a livello inconscio. Infatti il cuore del
problema si cela proprio lì! Ciò significa che può bastare accarezzare l'idea del ragno per
essere in grado di allontanarne la paura.
Immaginiamo, ora, di poter riprodurre gli effetti psicosomatici solamente rievocando
vividamente il ricordo dell'animale incriminato... e immaginiamo di far accadere il seguito,
destinato alla risoluzione della fobia, nella stessa vivida modalità... Sicuramente avremo
toccato il cuore del blocco e sicuramente avremo fatto passi da gigante in direzione della sua
definitiva risoluzione. A volte il problema scompare già con la prima rievocazione, altre volte
dovremo tornarci ancora in un paio di occasioni. Spesso è sufficiente, lo ripetiamo, che tutte le