Page 96 - Meditazione sui colori
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LEZIONE V
1. IL VERDE
Dove la dimensione mentale (giallo) e quella spirituale (blu) si toccano, nasce l’amore
(verde). È l’esperienza trasformatrice che eleva a un piano di coscienza superiore, è un
“sentire”, un percepire la realtà non più a livello semplicemente intellettuale e nemmeno
emozionale: nasce come sentimento, ma trascende il sentimento stesso fino a rivelarsi, per
gradi, un modo di essere, una dimensione esistenziale.
Di fatto appare finalmente lo splendore della nostra vera natura, libera, anche se non del
tutto, dai veli dell’egoismo e dell’ignoranza che fino a quel momento la oscuravano. Quando si
allenta la morsa della paura, che sempre accompagna l’io, lo stato naturale degli esseri umani
è l’amore. Non a caso il verde è il colore della natura, quello più diffuso intorno a noi e più
benefico per la mente e per il corpo.
Per i Greci era simbolo di amore, sacro ad Afrodite, per gli Egiziani di resurrezione,
proprio di Osiride. In effetti l’amore segna una rinascita, quella spirituale, e giustamente al
verde si associano i concetti di rinnovamento, sviluppo, fertilità e speranza.
Nello spettro luminoso il verde si trova al centro tra i colori caldi e quelli freddi, ne
rappresenta la sintesi e svolge quindi una funzione di equilibrio, di armonia. In quanto colore
della natura e della fertilità è un colore “femminile”, associato alla figura della madre. Distesi
nel verde, “in grembo” alla terra, noi stiamo bene, ci rilassiamo. Sentiamo in noi così vivo il
bisogno di questo colore, che amiamo circondarcene, abbellendo con esso un viale, una
piazza, un balcone e persino un semplice davanzale: in realtà, a livello inconscio, è
dell’amore che sentiamo il bisogno.
Nella simbologia dei chakra il loto di Anahata (“Suono non battuto, continuo”) presenta la
figura dell’esagramma, la stella che nasce dalla sovrapposizione dei due triangoli, maschile e
femminile, simbolo della dualità creatrice e dell’equilibrio, anche se il loro colore grigio-
fumo segnala ancora la presenza di dubbi, che annunciano l’inizio di un lungo cammino di
trasformazione.
I dodici petali vermigli richiamano la simbologia del 12: l’uno che si fa due, cioè si apre
all’altro, alla dimensione dell’amore, ma c’è anche la pienezza dell’io, rappresentata dal 10
(chakra del plesso solare), a cui si aggiunge l’esperienza dell’unione e dell’amore,
rappresentato dal 2. È il percorso della coscienza: dopo la scoperta dell’io (rosso = 4), la sua
valorizzazione (arancione = 6) e maturazione (giallo = 10), ha inizio il suo superamento
attraverso il sentire altruistico, che troverà la sua pienezza nelle intense vibrazioni dell’indaco
(il chakra della fronte). È significativo che a questo sesto livello si associ la facoltà di
perdonare, segno di un “irradiamento d’amore” che può manifestarsi quando la coscienza, cioè
il modo di concepire la realtà, abbia veramente trasceso i limiti dell’io.