Page 124 - Meditazione sui colori
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LEZIONE VIII
1. IL VIOLA
Se con l’indaco ha inizio il processo di trascendenza, di disintegrazione dei limiti concettuali,
in quell’apparente vuoto paragonabile a un tuffo nell’Infinito, con il viola avviene
l’immersione nella Coscienza cosmica, la fusione con l’Assoluto.
Colui che fa esperienza e ciò che si sperimenta diventano qui una sola cosa, osservatore e
osservazione coincidono e la tradizione mistica orientale definisce questo stato di coscienza
con il termine di Nirvikalpa Samadhi.
Il viola è dunque trasformazione, passaggio dalla conoscenza oggettuale, basata sulla
comprensione di concetti, alla conoscenza trascendente, non percettiva, che apre l’accesso al
piano propriamente spirituale.
La sua valenza simbolica potrebbe essere rappresentata come una porta che introduce
nell’Aldilà. Non a caso è questo il colore dei paramenti funebri. Nello spettro solare si
colloca all’estremo limite dei colori visibili, prossimo alle radiazioni ultraviolette: è il colore
dello Spirito, del puro essere, della beatitudine e il suo raggio ha le più elevate proprietà
energetiche e terapeutiche.
Poiché, in quanto colore secondario, nasce dalla fusione del blu, punto di arrivo della
coscienza, e del rosso, punto di partenza, ci si potrebbe meravigliare della presenza del rosso,
il colore da esso più distante. Al di là dell’evidente simbolismo di unione tra i due estremi
come materia e spirito, nascita e morte, energia centrifuga ed energia centripeta, di fatto nello
spettro solare il viola implica un contatto tra i due colori primari, il che comporta un’idea di
circolarità, di ciclicità, principio o legge che ritroviamo nella nostra esperienza quotidiana.
Analogamente il compiersi di un’esistenza, intesa come progressiva formazione della
coscienza individuale, prelude ad una nuova fase del ciclo reincarnativo, in cui si
ripercorreranno i sette simbolici stadi evolutivi con sempre maggiore consapevolezza.
In realtà è dalla dimensione del viola che prende inizio il nostro viaggio nella materia e qui
siamo destinati a fare ritorno, riconoscendo nell’Uno la nostra vera natura, che è Spirito. Da
qui è possibile ricevere messaggi e aiuti attraverso il canale dell’intuizione, ma per
sintonizzarci su questa trasmissione occorre sapersi rilassare e concentrare tramite la pratica
meditativa.
A questa dimensione, associata al viola o al bianco, in quanto sintesi di tutti i colori,
corrisponde, secondo la tradizione yogica, il settimo chakra, Sahasrara (il loto “corona” o
“dai mille petali”), un “centro di coscienza” situato alla sommità del capo, diverso da tutti gli
altri, perché non collegabile ad alcun plesso e immaginato come esterno al corpo. All’interno
di mille petali sfolgoranti risplende la luna piena, simbolo di perfetta coscienza interiore, in
cui è inscritto un triangolo femminile, che ha in sé il “grande vuoto”, origine e dissoluzione di