Page 123 - Meditazione sui colori
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suono puro… che viene da lontano, come da un flauto magico.

        16)  Il suono cresce con una piacevole intensità. Mi circonda e avvolge. Mi rapisce.
        17)  Ora odo un’intera orchestra di suoni armoniosi: onde sonore, onde di blu vellutato. È la
             musica dei colori. Il canto delle montagne, delle valli e del cielo.
        18)  Divento parte dell’armonia.
        19)  Ora mi accorgo che anch’io sto emettendo un suono: una nota rotonda che vibra nella
             gola, che s’irradia dal centro della fronte.
        20)  Questo suono proviene dal profondo del mio essere. È il canto della mia anima.

        21)  Il mio suono si fonde nell’armonia cosmica, pur restando udibile e riconoscibile.
        22)  Prendo coscienza del mio suono e del suo colore.
        23)    Resto  beatamente  immerso  in  questo  suono-colore  che  mi  sprofonda  nell’oceano
             vibrante dell’universo e mi rivela a me stesso. (pausa)
        24)  Tutto è vibrazione, tutto è canto armonioso, tutto è vita.
        25)  Anch’io sono vibrazione, sono suono, colore, luce, canto, vita. (pausa)

        26)  Ora mi preparo a rientrare nel mio veicolo fisico, nel corpo, che mi ha atteso calmo e
             rilassato.
        27)    Inspirando  profondamente,  lascio  la  vetta  blu-viola,  mi  stacco  dalla  sua  sommità  e
             incomincio a volare e fluttuare in vortici azzurri.
        28)  Plano dolcemente tra onde di colore, fra strisce argentate dai riflessi marini, che mi
             lambiscono e sembrano accarezzarmi.
        29)    Ed  ecco  che  atterro  nel  mio  corpo.  Il  mio  essere  lo  compenetra.  30)  Ritorno

             gradualmente alla consapevolezza del ritmo respiratorio, al contatto con il suolo.



          TECNICA DI USCITA DAL RILASSAMENTO PROFONDO
         1)  Lentamente riprendo possesso del mio corpo, che mi ha atteso rilassato e tranquillo.
         2)  Porto l’attenzione alle mie mani: immagino di muoverle, ma non le muovo.
         3)  Porto l’attenzione ai miei piedi: immagino di muoverli, ma non li muovo.
         4)  Ora muovo realmente mani e piedi.
         5)  Ruoto lentamente il capo a destra e a sinistra senza aprire ancora gli occhi.

         6)  Ora apro gli occhi e per qualche attimo resto immobile a fissare un punto del soffitto.
         7)  Mi stiracchio, sbadiglio, mi muovo, come al risveglio da un piacevole pisolino.
         8)  Infine, quando mi sento pronto, mi metto seduto. Poi, sempre con i miei tempi, mi alzo e
             concludo  l’esperienza  meditativa.  (durante  la  prassi  di  uscita  dal  rilassamento
             profondo è bene evitare qualsiasi movimento brusco e conservare il silenzio)
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