Page 115 - Meditazione sui colori
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intuizioni e le ispirazioni più elevate. Anche qui ritroviamo l’ambivalente processo di
depurazione e trasformazione che caratterizza l’indaco.
È questo il colore “cosmico” dell’energia e rappresenta l’intuizione che sostiene l’attività
meditativa, concentrata, secondo la scienza yogica, in Ajna chakra (“Centro del comando, del
controllo”), dove si esercita la capacità di unire l’immaginazione alla volontà, dando luogo
alla visualizzazione creativa. Qui inizia il superamento e la trascendenza dell’io, la
consapevolezza dello stretto legame che unisce tutte le creature: l’apertura del “terzo occhio”
permette così di vedere l’unità nella molteplicità e da questa visione olistica scaturisce
spontanea la compassione verso tutte le creature, di conseguenza la reale capacità di
perdonare, fino a quel momento un sogno ideale dell’io.
Questo centro di coscienza, situato nella fronte fra le sopracciglia, è comunemente
rappresentato, in forma semplificata, come un loto bianco (il colore che racchiude l’energia e
le qualità di tutti colori) con due petali, ad indicare la conciliazione dei contrari e il
superamento dell’illusione della dualità. In realtà la tradizione gli attribuisce 96 petali, dove il
9, secondo il simbolismo numerico, rappresenta l’incarnazione del principio divino sul piano
terrestre, cioè l’uomo realizzato a immagine e somiglianza di Dio (il 9 è il numero dell’ini-
ziato), mentre il 6 esprime il potere di irradiamento e di manifestazione che scaturisce
dall’unione dei due principi fondamentali. Inoltre il 9 rappresenta la luna (coscienza passiva,
introspettiva) e il 6 il sole (coscienza attiva). Il 96 starebbe dunque a significare l’uomo che è
riflesso di Dio e ne irradia le qualità.
L’unità dei due principi (attivo e passivo) è rappresentata anche dalla figura della divinità,
Ardhanari, che appare nel triangolo “acqueo” (femminile), cioè capovolto, nel centro della
circonferenza del loto: questa forma di Shiva ha il lato destro di natura maschile e il lato
sinistro di natura femminile; nella mano destra regge il tridente, simbolo di azione espansiva
dello Spirito, mentre nella sinistra ha un loto rosa, segno di ricettività spirituale.
Ricordiamo da ultimo che Ajna è il punto d’incontro delle tre principali nadi (canali
energetici), cioè di Ida, Pingala e Sushumna, e che rappresenta perciò il collegamento tra la
più bassa sede inconscia dell’energia (Muladhara), associata al rosso, e il centro più elevato
dell’illuminazione (Sahasrara), associato al viola: nell’indaco riconosciamo dunque questa
straordinaria stazione, in cui occorre lasciare i bagagli, prima dell’ultimo tratto verso
l’Infinito.
2. RESPIRAZIONE CROMATICA
In piedi, gambe leggermente divaricate, in posizione di stabile equilibrio. Schiena e capo
diritti, spalle e braccia rilassate. Mani unite (dita incrociate) sulla fronte, con i pollici
appoggiati sulle tempie. Durata: 10 minuti.
1) Chiudo gli occhi e mi concentro sul respiro. Osservo il ritmo respiratorio senza
modificarlo. Dico mentalmente: «Uno: inspiro. Due: espiro». (continuare finché la
mente si acquieti)
2) Mi visualizzo in piedi sotto un bel cielo stellato: sopra di me mondi infiniti.
3) Respiro profondamente, focalizzando sempre più l’immagine.