Page 105 - Meditazione sui colori
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LEZIONE VI










      1. IL BLU

      Immergersi nel blu o nell’azzurro, che stempera in apparenza il blu con il bianco, caricandolo
      in realtà dell’energia di tutti i colori in esso contenuti, significa fare esperienza d’infinito.
         La  vastità  del  cielo  e  la  profondità  dell’oceano,  ascendere  in  una  cosmica  comunione  e
      scendere  nell’abisso  dell’interiorità:  ciò  significa  trovare  pace,  immergersi  fiduciosi  nel
      mistero della Vita.

         Il  terzo  colore  primario  si  collega  alla  terza  componente  fondamentale  dell’uomo:  lo
      spirito. Trascendere il piano terrestre non comporta evasione, ma anzi immersione nella realtà.
      La  spinta  amorosa  del  verde  ci  ha  portati  alla  vera  conoscenza  dell’altro,  alla  dimensione
      spirituale, ad una profonda “purificazione”, come significa in sanscrito Vishuddha, il chakra
      laringeo,  secondo  l’antica  tradizione  che  identifica  nella  gola  il  centro  energetico  del
      cambiamento, dove si esprimono le nostre potenzialità inventive.
         Si  manifestano  qui  le  facoltà  mentali  superiori,  che  determinano  non  solo  le  esperienze

      profonde dell’intuizione e della meditazione, ma soprattutto il dono meraviglioso della parola,
      che “incarna” l’idea in suono, permettendoci di creare, di comunicare, ma anche di prestare
      ascolto agli altri, sia con l’udito sia con la gola in quanto centro di ricezione telepatica delle
      vibrazioni del pensiero altrui.
         Il blu è il colore della calma (più rilassante del verde), della pace, della saggezza e della
      verità, dell’interiorizzazione, quindi “femminile”, e dei legami affettivi.

         Lo  yantra  del  loto  faringeo  è  un  triangolo  femminile,  simbolo  di  interiorizzazione,
      contenente un cerchio, immagine della luna piena, che esprime quindi la pienezza della realtà
      spirituale. All’interno del cerchio appare un piccolo elefante bianco, simbolo di akasha, cioè
      dell’elemento etere (la regione eterea rappresenta la porta verso la liberazione per chi ha i
      sensi puri e controllati), con le sette proboscidi.
         I  sedici  petali  color  porpora  scuro,  oltre  a  rappresentare  le  sedici  vocali  sanscrite  e  il
      numero  delle  nadi  (canali  energetici  associati  a  questi  centro),  simboleggiano,  secondo  la

      numerologia, la conoscenza universale. I Pitagorici infatti erano soliti giurare sul quadrato di
      4, cioè sulla conoscenza universale.
         L’analisi  delle  componenti  del  numero  16  fornisce  un  significativo  quadro  delle
      caratteristiche del quinto chakra: dall’io personale (1) che stabilisce un rapporto con l’altro
      (6)  al  concetto  di  relazione  amorosa  che  diviene  misteriosa  comunione  e  trascendenza
      conoscitiva  grazie  alla  moltiplicazione  dell’8  (numero  della  conoscenza  e  processo  di

      mediazione tra l’uomo e il divino) per il 2 (simbolo dell’amore).
         Analogamente  la  moltiplicazione  del  4  (processo  dell’incarnazione)  per  un  altro  4  (la
      ripetizione evidenzia la manifestazione armonica secondo le leggi del mondo materiale) vuole
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