Page 89 - La coppia intrappolata
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3.5 La frustrazione                                              75



           3.5    La frustrazione

           In psicologia definiamo lo stato di frustrazione quello nel quale un individuo è bloc-
           cato od ostacolato nella realizzazione delle proprie esigenze, dei propri bisogni. È
           un’esperienza che ci accomuna tutti perché non esiste individuo che non incontri osta-
           coli al soddisfacimento di esigenze.
              Il termine frustrazione è stato introdotto per la prima volta da Freud che ritene-
           va la frustrazione utile per lo sviluppo dell’Io e per il suo adattamento alla realtà (Ri-
           coeur, 1965; Jaspers, 1950; Maier, 1947).
              Secondo Freud la salute mentale di un individuo è fortemente condizionata dal-
           la sua capacità di aderire alla “realtà”. Lo sviluppo psicologico del bambino sarà quin-
           di determinato in maniera preponderante dalla sua capacità di accettare i limiti e le
           norme posti in primis dal padre nella sua relazione affettiva con la madre. A suo av-
           viso questo è un passaggio fondamentale nei confronti dei rapporti interpersonali fu-
           turi e nei confronti di un equilibrato sviluppo psichico.
              Il bambino, vivendo nel suo ambiente, è sottoposto a una lenta, graduale e ocu-
           lata somministrazione di mirate frustrazioni il cui scopo è rendere il bambino in gra-
           do di sopportare, gestire e superare le frustrazioni che mano a mano incontrerà nel-
           la vita. Dall’attesa del cibo quando il bambino ha fame e lo reclamerà con il pianto,
           all’ostacolarlo nel momento in cui intraprende un percorso (quando inizia a muove-
           re i primi passi e il genitore si accorge che nella direzione che il bambino ha in men-
           te c’è lo spigolo del tavolo che non riesce ancora a deviare) a tutti i vari no che ac-
           compagneranno la sua crescita (Asha Phillips ha scritto a tal proposito un libro inti-
           tolato I no che aiutano a crescere).
              I genitori sono per il bambino la prima fonte di frustrazione e sono propedeutici
           nell’aiutarlo a sopportare e superare le frustrazioni che troverà lungo il cammino di
           maturità. Ovvio che se i genitori sono troppo severi la frustrazione che il bambino
           andrà a vivere sarà eccessiva e il bambino elaborerà degli schemi difensivi che sono
           le “reazioni alla frustrazione” particolari e lasceranno in lui una traccia.
              Anche l’iperprotezione dei genitori (che nasconde la loro eccessiva ansia e pau-
           ra nei confronti del bambino per la sua incolumità) è vissuta dal bambino come una
           somministrazione eccessiva di frustrazione perché questa limita e frustra il suo bi-
           sogno di autonomia. Così come genitori troppo lassivi e remissivi creano difficoltà
           al bambino che non è abituato a sperimentarsi con le adeguate frustrazioni e cresce-
           rà “viziato” avendo seri problemi da adulto nel sopportare la frustrazione.
              Il bambino, attraverso l’accettazione di situazioni frustranti consone al suo svi-
           luppo, imparerà ad assimilarle e gradatamente sarà in grado di incorporare i valori e
           le regole dell’ambiente in cui cresce. Ovviamente le frustrazioni causate dall’ambien-
           te inanimato sono quelle che il bambino e l’adulto sapranno accettare di più perché
           non hanno un significato aggiunto. Quelle invece che derivano dall’ambiente uma-
           no e sociale sono quelle per le quali si hanno più difficoltà e possono causare pro-
           blemi superando la soglia di resistenza individuale.
              Le frustrazioni dovute a caratteristiche della persona, a condizioni inerenti alla
           complessità psicologica dell’individuo (quelle cioè relative ai conflitti interni di di-
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