Page 82 - La coppia intrappolata
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   3        sforzi per essere oblativo e servizievole. Sarà sempre iperattivo per evitare di sentir-
            si solo e abbandonato. Cercherà di essere accomodante per evitare il conflitto che non
            saprebbe vivere. Avrà sempre la sensazione di non avere il controllo della propria emo-
            tività. Si trascinerà dietro il timore che se rivelerà davvero la sua vera personalità fe-
            rirà gli altri che provano affetto per lui. Sarà intransigente con se stesso per quanto
            riguarda la realizzazione dei suoi ambiziosissimi progetti di vita e di carriera nel mon-
            do del lavoro, e il suo essere abituato a sacrificarsi gli frutterà ottimi risultati profes-
            sionali, peccato che non saprà gustarseli ed esserne fiero. Bloccherà una parte della
            rabbia nella sua mente inconscia e questa non le darà il permesso di autotutelarsi e
            di attivare la sua assertività. Cosa ancora più grave è che il succube per reprimere la
            rabbia si svuoterà della sua energia vitale.
               La rabbia riaffiora durante la vita adulta tutte le volte che il succube è schiaccia-
            to dal dominante. È una rabbia mista a disperazione perché il succube sa che non ri-
            esce a tenere testa al dominante, non riesce a svincolarsi dalle angherie del dominan-
            te e allora la rabbia gli si rivolgerà contro ancora più distruttiva con più veemenza.
            La rabbia lo paralizza, lo annienta, lo punisce non facendolo vivere, bloccandolo, in-
            gessandolo. È in questa fase che il succube rischia di far ammalare anche il suo cor-
            po. Una forte emozione causa problemi psicosomatici.
                    Il dominante ha imparato a mascherare la sua rabbia esercitando un iper-
            controllo su tutto e tutti, in realtà attua questo comportamento per non essere con-
            trollato. In questo modo nasconde anche il sentimento di vergogna che ha provato
            da bambino. La sua rabbia lo porterà a vendicarsi su chi gli si avvicinerà amorevol-
            mente, lo graverà di standard irraggiungibili così da dimostrargli quanto possa esse-
            re inadeguato. Che la sua energia sia bloccata lo manifesta dall’essere continuamen-
            te teso e sempre con un atteggiamento guardingo, sempre pronto a vedere come l’al-
            tro potrebbe approfittarsi di lui.




            3.2     Il senso di colpa

            Il senso di colpa è un’emozione, un sentimento che ha origini profondissime con un
            potere dirompente di condizionare l’intera esistenza di un individuo contaminando
            le sue scelte di comportamento e di conseguenza di vita.
               Il senso di colpa è un meccanismo della coscienza che segnala un disagio e ci av-
            verte o ci riprende quando facciamo qualcosa che infrange o non rispetta il nostro
            codice morale tormentandoci fino a quando non prendiamo provvedimenti e ci atti-
            viamo per rimediare con un’azione riparatrice dell’azione non corretta intrapresa.
               È quindi una reazione immediata e naturale a una nostra azione brutta, illegale,
            disonesta; una volta che ci prendiamo le nostre responsabilità e quindi attiviamo del-
            le misure correttive nei confronti della male azione, il campanellino di allarme del-
            la nostra mente rientra, e ha terminato quindi la sua funzione. Può accadere però che
            il senso di colpa non nasca da un’azione specifica verso terzi, ma da un senso di ina-
            deguatezza che ha radici molto profonde di cui non abbiamo ancora una chiara let-
            tura e decodifica. Un senso legato a degli scenari più profondi della nostra interiori-
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