Page 79 - La coppia intrappolata
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3.1 La rabbia                                                    65


           lando una tale energia dirompente e purtroppo bloccata che genera solo tanto males-
           sere.
              “Uno degli esempi citati a volte come prototipo della rabbia è la reazione di un
           organismo primitivo a distruggere o a respingere un agente nocivo. Questa analogia
           spiega un modello di base del comportamento umano: quando la persona è attacca-
           ta fisicamente o verbalmente, può reagire con rabbia e contrattaccare” (Beck, 1967).
              Sebbene la formula “l’attacco stimola la rabbia” si adatti ad alcune delle situa-
           zioni più evidenti, non sempre trova la sua applicazione e non tutti gli individui rea-
           giscono allo stesso modo.
              Un’altra situazione nota che produce rabbia è la frustrazione di un desiderio o di
           un impulso (Dollard et al., 1939).
              Un altro gruppo di situazioni che produce rabbia è data da comandi o limiti che
           un individuo interpreta come una violazione dei suoi diritti. Una restrizione da par-
           te di una figura ritenuta autorevole può indurre rabbia proprio per la responsabilità
           e il valore che si attribuiscono alla persona che induce frustrazione.
              Ci si oppone soprattutto quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazio-
           ne di un nostro bisogno, soprattutto quando viene percepita l’intenzionalità (che non
           si condivide) di ostacolare la realizzazione.
              La rabbia quindi rappresenta la tipica reazione alla frustrazione e alla costrizio-
           ne sia fisica sia psicologica. Anche il succube e il dominante nel periodo della loro
           infanzia hanno accumulato rabbia, ma in loro c’è una diversa risposta, una diversa
           reazione nei confronti di questo sentimento.
              La rabbia del dominante ha origine da quando, bambino, ha vissuto l’umiliazio-
           ne, la colpevolizzazione, il sentirsi ridicolizzato dai genitori ipercritici e svalutanti.
           Il dominante sente che i genitori non gli danno valore, lo screditano e questo lo ri-
           empie di rabbia. Il suo trauma è stato vissuto quando ha dovuto sottomettersi ai suoi
           genitori e questo lo perseguita, si è sentito debole e fragile proprio in seguito a que-
           sto sopruso e, a seguito di ciò che ha vissuto, da grande, crescendo svilupperà sem-
           pre più odio, rancore e rabbia nei confronti delle figure di potere e di valore. A se-
           guito di tutto questo teme ogni forma di dipendenza, di intimità, di complicità, ed è
           per questo che tende sempre ad avere tutto sotto controllo. Utilizzerà tutta l’energia
           data dalla rabbia per difendersi dagli altri che reputa tutti non degni della sua fidu-
           cia. Trasformerà così la sua vita in una continua recita, non si responsabilizzerà mai
           di nulla perché non sarà mai colpa sua, la colpa sarà sempre degli altri. Tutti sono da
           punire, questa sarà la sua naturale vendetta. Nel dominante quindi esistono due mec-
           canismi di difesa della rabbia molto attivi: uno è il meccanismo di proiezione “sono
           gli altri cattivi e falsi, indegni”; l’altro meccanismo di difesa è la negazione “io non
           ho fatto nulla, sono gli altri che mi trattano male”.
              Michela raccontava, riguardo all’infanzia di Giorgio, “era sempre abbastanza re-
           stio nel parlare della sua infanzia, le cose che so mi giungono per vie traverse, un po’
           da quello che mi raccontava il cugino, la zia, un po’ dalle poche battute che faceva-
           no i suoi amici; comunque pare che la madre sia stata cattivissima, molto dura e inaf-
           fettiva, nessuno mai l’ha vista fare una carezza al figlio, neppure da piccolo, anzi,
           quando si faceva male perché cadeva dalla bici lo scherniva dicendogli: ‘sei proprio
           una pappa molla, non venire a piagnucolare da me, vattene da tuo padre!’. Tutti la
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