Page 74 - La coppia intrappolata
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60 2 Anatomia dell’aggancio nevrotico
2 no della bassa autostima. Più il succube resta intrappolato in questa fase, più il do-
minante attiverà una serie di messaggi del tipo: “Non vali proprio niente, non sei nes-
suno”; “Per fortuna che ci sono io che ti sto vicino perché sono l’unico che ti ama”;
“Dovresti essermi grato perché esisto e resisto ancora con te, nonostante potrei ave-
re di meglio”.
Il succube entra ancora più in confusione e viene assalito da una moltitudine di
dubbi: “Come può il mio partner che mi disprezza così tanto, restare ancora con me?”;
“Forse quello che dice di me allora sarà vero”; “Forse non è vero quello che dice di
me, forse lo dice solo per spaventarmi, ma se davvero mi lasciasse?”.
Il succube teme così tanto di perdere la relazione amorosa che farebbe di tutto
per assoggettarsi e piacere al dominante. Teme a tal punto il rifiuto che il solo pen-
siero lo sconvolge facendolo sentire indifeso, e tutte le volte che pensa alla probabi-
lità di essere abbandonato è dominato dalla paura. Una paura che lo atterrisce. Il suc-
cube teme così tanto il rifiuto da essere d’accordo con il dominante anche quando
crede che questi abbia torto, finanche quando tale torto è palese e comprovato.
Manca così tanto di fiducia in se stesso che sminuisce le proprie abilità e punti
di forza.
Attiva tutta una serie di disturbi di ansia che da solo si spiega in questi termini:
“Ho la sensazione di stare sulle sabbie mobili”; “mi sento sempre un senso di pre-
carietà, non riesco mai a rilassarmi e dentro di me avverto sempre un tremolio che
si colloca all’altezza del diaframma. A volte è un dolore così acuto che non mi per-
mette di muovermi”.
Perché tutto questo? Perché il succube ha affidato al dominante la propria soprav-
vivenza. Egli vive l’ansia della separazione ed è preoccupato di essere abbandonato
e lasciato solo a se stesso, e teme di non essere all’altezza di provvedere a sé.
Il dominante manda al succube tutta una serie di messaggi contraddittori, egli stes-
so non può scoprirsi e mostrare di essere incapace di vivere pienamente l’intimità di
un amore sano con il partner.
Il dominante ha bisogno di mettere alla prova il partner, forse per paura di fidar-
si, e chiede continue ed estenuanti conferme, controlla le mosse del succube, ma lo
rende insicuro svalutandolo; parla di altri partner più interessanti, più all’altezza del-
le situazioni, e talvolta va da loro per poi tornare con lo stesso.
A volte la debolezza e la dipendenza affettiva del succube risulta per il dominan-
te una garanzia.
Il dominante proietta sul succube le proprie inadeguatezze, per poi essere conse-
guentemente protetto dalla sua stessa debolezza.
Un altro aspetto proiettivo del dominante è costituito dalla gelosia e dall’esaspe-
rato senso di possesso che a volte prova, ma nasconde. È come se il dominante de-
siderasse di scappare, di tradire, di allontanarsi, ma non rendendosi conto di questa
sua stessa pulsione pensa invece che sia il succube a voler fuggire e a volerlo tradi-
re. Soffre di crisi di gelosia che non palesa verbalmente, ma con tutta una serie di
comportamenti che torturano psicologicamente il succube.
Il dominante ricerca a volte la distanza dalla relazione con il succube e la vive
come ossigeno. Una fuga dalla fatica della relazione.
Per il dominante condividere o entrare in comunione o addirittura in intimità con