Page 73 - La coppia intrappolata
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2.3 Capire l’aggancio nevrotico 59
Poiché il succube non si è mai sentito sicuro di sé, ha il bisogno disperato di con-
trollare il proprio partner e la stessa relazione affinché tutto sia perfetto, e il domi-
nante possa essere sempre più coinvolto. Il dominante comincia a comprendere che
il succube è a quel punto totalmente dipendente affettivamente da lui e inizia uno dei
suoi giochi: l’ambiguità.
Prima il dominante trattava bene il partner, lo lusingava, la faceva vivere al cen-
tro dell’attenzione, del suo universo, poi inizia a cambiare atteggiamento, lo tratta
male, lo mortifica, lo rimprovera, gli dice che non c’è mai nulla che riesce a fare be-
ne. È inevitabile che il succube di fronte a tali e tanti segnali contraddittori rispon-
da sentendosi insicuro, vacillante, vulnerabile. Ha bisogno di essere rassicurato. Il
dominante ha un atteggiamento chiaramente ambivalente verso il succube. Inevita-
bilmente quest’ultimo comincia a essere ossessionato dall’amore, a concentrarsi
troppo e solo sull’amore, e a trascorre un’enorme quantità di tempo a decodificare
il comportamento del dominante, restando sempre più impigliato nella spirale.
Del resto come potrebbe il succube mantenere un atteggiamento positivo e una
valida autostima in una tale circostanza?
Il dominante non fa altro che inviare segnali per i quali al primo posto vengono
sempre prima le proprie esigenze e bisogni, poi al secondo posto, e se c’è tempo, quel-
li del partner.
Intanto questi ha imparato a negare sempre più i propri sentimenti e la propria
identità, e comincia così a non ricordare più quale fosse il suo vero pensiero, entran-
do sempre più in confusione. Il dominante è talmente convincente quando critica il
partner succube, ed è talmente pervasivo da metterlo a tappeto su tutto, riesce a far
sì che questi dubiti veramente della propria percezione di quanto stia effettivamen-
te e realmente accadendo.
Ricordo a tal proposito quello che mi diceva Michela: “Più il nostro rapporto si
sviluppava, più rimanevo intrappolata in una spirale che mi portava sempre più in bas-
so, incapace di esprimere i miei dubbi o di parlare dei miei problemi. Dopo un po’
mi censurai da sola, pensai di essere io ad avere dei problemi e di dover lavorare su
me stessa per capire quali fossero”.
Essere costantemente sminuiti, specie se in modo esplicito, confonde, ed è come
vivere in una costante atmosfera di violenza psicologica che fiacca e annienta.
Il dominante usa un tipo di critica velata, attacca in modo indiretto. Il succube
entra in confusione, non riesce a spiegarsi perché il dominante sia così diverso da pri-
ma, forse il succube pensa di aver fatto qualcosa di sbagliato e comincia a mettersi
sempre più in discussione. Ma più il succube si mette in dubbio, più il dominante in-
tuisce l’efficacia del meccanismo e lo incalza.
Questa sensazione di insicurezza è una reazione autentica e assolutamente logi-
ca di fronte a un rapporto in cui si è attivato un meccanismo di dipendenza psicolo-
gica e affettiva. A questo punto il succube parte per la propria crociata: “devo asso-
lutamente capire perché il mio partner si comporta così! Devo convincerlo che io so-
no diverso da come mi sta descrivendo”.
Il comportamento del dominante porta il succube a un’intensa introspezione; ma
poiché la fragilità di quest’ultimo è già emersa, l’introspezione non potrà che risul-
tare piena di autosvalutazione, di dubbi e di sensi di colpa. Siamo entrati nel terre-