Page 72 - La coppia intrappolata
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58 2 Anatomia dell’aggancio nevrotico
2 se quello non era l’amore che lei si aspettava.
Per non provare più il terrore dell’abbandono, alimentato durante la crescita, si
è disposti a fare qualsiasi cosa per impedire che la relazione sentimentale si possa
sciogliere. In virtù dell’aiuto da dare al partner che ci sembra bisognoso di amore,
ci si sottopone a qualsiasi forma di umiliazione. Tutti i sacrifici sono giustificati per
la buona riuscita della relazione.
L’errore che si commette è di non leggere la relazione sentimentale per come real-
mente essa si manifesta, e cioè frustrante e sminuente, ma la si carica invece di aspet-
tative e finanche la si idealizza sul come potrebbe essere migliorata, questo grazie a
tutti i sacrifici illusori che per la tal causa si investono. Così si riversano tutte le ener-
gie disponibili nel tentativo disperato di influenzare il partner e costringerlo a cam-
biare sia nel comportamento sia nei suoi sentimenti.
In realtà la spirale nevrotica si avvolge sempre di più intorno al malcapitato che
resta impigliato in situazioni incerte ed emotivamente penose, dimenticando le re-
sponsabilità che si hanno nei propri confronti.
Tutte le storie sentimentali degli agganci nevrotici sono, nella loro fase iniziale,
meravigliose e promettenti, e con questa premessa che diviene una convinzione si
diventa sempre più dipendente dal partner per poter vivere e sentire bene.
Purtroppo, mano a mano che questo effetto magico svanisce, anziché valutare la
realtà per come si presenta, ci si imbarca in un maggiore impegno per tenere dispe-
ratamente in piedi e salvare la relazione amorosa. Quante meno gioie e soddisfazio-
ni se ne ricavano, quanto maggiori saranno i sacrifici e l’impegno che si profonde-
rà, fino al totale annullamento personale.
Si entra in una spirale nella quale si ha sempre più il bisogno di rassicurazioni e
di amore, ma purtroppo se ne riceve sempre meno, e ci si allontana sempre più dal-
la possibilità di uscire dalla spirale.
Dopo una fase di corteggiamento più o meno serrato, molto convincente, da par-
te del dominante, segue una fase nella quale il succube si rassicura del fatto che il
corteggiatore è mosso da “tutte le buone intenzioni”, così mano a mano inizia ad ab-
bassare tutte le varie difese psicologiche. Inizia la fase degli “occhiali rosa” dove ab-
bondano frasi del tipo “è perfetto per me”, “finalmente la persona giusta”, “siamo
fatti l’uno per l’altra”.
Fin qui niente di anomalo, sembra l’inizio di una delle tante relazioni d’amore,
ma il pericolo viene dopo.
La personalità succube, lusingata in tutto e per tutto, cammina in questa fase a
“tre metri da terra”, comincia così a non diffidare più e si concentra maggiormente
sugli interessi del dominante per non deluderlo e per confortarlo sempre di più sul
fatto che la scelta che ha fatto è quella giusta. Inizia a ignorare completamente i pro-
pri interessi, i propri bisogni e trasforma le proprie giornate in funzione degli impe-
gni e degli interessi del dominante. Non rispetta più i propri bisogni interni. Il do-
minante è riuscito così tanto a far credere al succube di essere speciale che questo fa
di tutto per compiacerlo. Inizia così il processo che io chiamo di non rispetto del suc-
cube. Lo stesso comincia a non rispettare più la propria individualità. Comincia ad
attribuire un valore smisurato al dominante con il risultato di sminuire sempre più il
proprio valore e minare drammaticamente la propria autostima e autonomia.