Page 68 - La coppia intrappolata
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54 2 Anatomia dell’aggancio nevrotico
2 Il dominante è congelato! Non sente, non prova nulla, è come se vivesse dentro
un’altra realtà. La sua rabbia è congelata, può uscire solo quando raggiunge propor-
zioni devastanti. Lo stesso vale per il terrore, rinchiuso nella ferita. La sua ideologia
è cinica. Nel suo mondo non esiste amore. Solo ciò che è razionale, scientifico, ve-
rificabile, ha valore.
Il suo mondo è inanimato, le cose sono fredde, calcolate, prive di emozioni che
considera sentimentalismi. Per il dominante le persone fanno solo finta di amarsi, in
realtà il loro è solo un rapporto di sfruttamento. Le relazioni del dominante sono so-
lo relazioni nelle quali scarica rabbia e sadismo.
La sua vittima ideale è un partner che in fondo è depresso, che viene attratto dal-
l’autosufficienza e dalla capacità di stare da solo, caratteristiche che ha il dominan-
te e per questo cerca di conquistarlo e di rendersi amabile e di compiacergli.
Il dominante non crede nell’amore sincero del succube e inizia a sottoporlo a umi-
liazioni, torture psicologiche perché se il succube supera le prove vorrà dire che lo
ama veramente.
Il succube, a causa del suo “bagaglio” emotivo e della sua “struttura di persona-
lità”, sta a questo gioco e incassa tutte le angherie, ma nel momento in cui non ce la
fa più rivendica le proprie istanze rinfacciando al dominante quanto ha subito, ma
così facendo purtroppo fornisce a quest’ultimo la prova che questi in fondo si aspet-
tava. E cioè che non si sbagliava a non fidarsi del succube perché il suo non era ve-
ro amore.
La paranoia del dominante consiste nel sottoporre al partner una serie di prove
impossibili da superare con richieste talmente pretestuose, così che il vederle non su-
perate gli conferma il suo dubbio: l’amore non esiste.
Il dominante mette in atto tutte queste modalità di comportamento perché non reg-
ge il confronto e l’intimità con il succube.
All’inizio il dominante si presenta mostrando una corazza esterna, una copertu-
ra artificiosa che in realtà gli serve per proteggere l’estrema fragilità interiore.
Il dominante è dentro un loop senza uscita: non si fida perché non conosce, sin
da piccolo non è stato abituato a conoscere, non ha avuto la giusta occasione per co-
noscere, non prova empatia perché l’empatia presupporrebbe un briciolo di apertu-
ra e fiducia verso gli altri, e così si avvita da solo.
Si presenta autarchico, autonomo, autosufficiente e di tutto questo ne trae un vuo-
to esistenziale. In realtà si isola e si chiude nella sua torre d’avorio per paura della
dipendenza che per lui costituisce una tremenda minaccia. Nel rapporto sentimenta-
le non si coinvolge di proposito, ed è per questo che poi non prova compassione e
rispetto dell’altro.
Nell’ambito del rapporto sentimentale il dominante trae dal partner la sua linfa
vitale, poiché questi è strumentale alla sua conferma e sopravvivenza.
Tutto il suo comportamento e le sue modalità perverse nei confronti del partner
non nascono da un disturbo psichiatrico, ma da una fredda razionalità associata al-
l’incapacità di “considerare” l’altro. La sua perversione è utilizzata per mettere il part-
ner in una condizione indifesa, aggredibile e attaccabile a piacimento. Solo così il
dominante può consolidare l’aggancio che gli assicurerà il nutrimento e il riempi-
mento di tutto il suo vuoto.