Page 65 - La coppia intrappolata
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2.2 Dall’analisi degli individui alla struttura dell’aggancio nevrotico 51
la scelta è necessariamente giusta e che quindi bisogna impegnarsi di più e sacrifi-
carsi in continuazione e maggiormente per la buona riuscita del rapporto sentimen-
tale. Un appello maggiore al senso del dovere del succube.
Tutte le volte che questi ha provato a farsi assalire dal dubbio riguardo alla fon-
datezza della sua scelta, se giusta o sbagliata per esempio, è stato assalito da una for-
te carica autolesionista, punitiva e autodistruttiva. Segno evidente che da solo, sen-
za un aiuto da parte della psicoterapia, non potrebbe mai riuscire a perdonarsi e ad
accettare l’errore.
La consapevolezza di ciò comporta un prezzo troppo alto. Al massimo della pro-
pria autonomia la personalità succube è riuscita ad arrivare appena a una sorta di al-
talena psicoemotiva, in cui l’aggressività e la rabbia accumulata prendono il soprav-
vento attraverso manifestazioni di autodemolizione e di autoannientamento.
La personalità succube non è capace di canalizzare l’aggressività verso il proprio
partner, ma la utilizza come punizione verso se stessa.
Tutti i personaggi delle storie hanno in qualche modo parlato di sentire quella
strana sensazione che “parte da dentro e ti paralizza la mente e il corpo”. Cadono
improvvisamente tutti gli interessi, tutte le loro diverse progettualità, e si ritrova-
no soli, svuotati, spenti, imprigionati dentro una “cappa di vetro”, mentre il mon-
do fuori ride, interagisce, vive. Si impadronisce di loro una strana sensazione che
spegne sempre più l’individualità che è in loro, che mina l’autostima e annienta le
capacità di reagire. Tutto sembra scorrere senza senso, senza stimoli, i succubi fi-
niscono per sentirsi molto simili a un vegetale e procedono per inerzia il loro per-
corso di vita.
Nel pieno dell’aggancio nevrotico le persone succubi si sentono incomprese, in-
capaci, prive di volontà, catapultate in un tunnel senza luce, senza nessuno spiraglio,
con tanta angoscia e disperazione che li avvolge fino a soffocare. La loro mente è in-
vasa da moltitudini di immagini dolorose, il cervello è assalito da una serie crescen-
te di pensieri autodistruttivi, di cui il più ricorrente e carico di sofferenza è: “io ho
scelto te, mi sono dedicato completamente e totalmente a te, e tu mi stai distruggen-
do”. Questi maltrattamenti vengono vissuti come un affronto personale che rasenta
la pazzia.
E la personalità dominante?
È spontaneo chiedersi a questo punto: chi è il dominante?
Proviamo a conoscerlo meglio.
Prima di tutto ha un orientamento predominante di personalità paranoide.
Il dominante ha spesso il fascino del tenebroso, se è un uomo; della misteriosa
se è una donna; in realtà di fondo è sempre e solo un solitario, anche quando si pre-
senta esteriormente accattivante e brillante. Nella fase del corteggiamento e della con-
quista è impeccabile, peccato che la sua seduzione sia falsa, costruita ad hoc per sod-
disfare tutto ciò che il succube spera di trovare in un partner. È un freddo calcolato-
re anaffettivo. Appare riservato, poco espressivo, piuttosto sulle sue, lucido e iper-
controllante perché ha introiettato un genitore critico, duro e severo e ha strutturato
quindi un super-io molto rigido. Anche il dominante ha una ferita, ed è molto più gra-
ve di quella del succube, solo che la sua risale al periodo prenatale.
Il periodo prenatale è un periodo spesso sottovalutato, in realtà ha un’importanza