Page 60 - La coppia intrappolata
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   2        garantirgli sopravvivenza e felicità. Lo idealizza, lo investe di un valore aggiunto,
            di un valore enorme, necessario ai suoi bisogni psicologici interni. Ciò di cui ha
            bisogno fondamentalmente è di sentirsi contenuto, protetto, sostenuto. Proprio ciò
            che in realtà il dominante, a causa delle sue scarse qualità, non è in grado di assi-
            curargli.
               Questa bassa autostima del succube crea terreno fertile e predisposizione per un
            aggancio nevrotico. Il succube comincia a perseguire un’idea che non corrisponde
            alla realtà, e cioè di aver bisogno del dominante per sopravvivere. Inoltre la propria
            convinzione condizionante, il pensiero che persegue è il seguente: “dal punto di vi-
            sta affettivo non posso funzionare come essere umano se non mi coinvolgo con una
            persona che reputo forte, anche in maniera illusoria, pur se di ciò mi rendo conto so-
            lo a posteriori”. Così il succube inizia a coltivare una relazione dipendente.
               Per attuare questa strategia il succube si subordina al dominante e prova a esse-
            re conciliante e a favorirlo in tutto e per tutto, ma questa sua modalità di affidarsi ec-
            cessivamente al dominante per avere l’illusione del sostegno e della protezione lo in-
            deboliranno sempre più, fino a farlo sentire disperato al solo pensiero di dover af-
            frontare un eventuale abbandono.
               Ovviamente tutto ciò gli causa inevitabilmente un’alta predisposizione alla depres-
            sione. La depressione è uno dei più comuni problemi presentati nel DPD (disturbo
            dipendente di personalità).
               Kabakoff e Norman (Overholser et al., 1989) notarono che i criteri del DPD con-
            tengono molti tratti comunemente riscontrati nella depressione, inclusi: la mancan-
            za di iniziativa, il sentimento del sentirsi indifesi e la difficoltà nel prendere decisio-
            ni. Questi individui, affidandosi eccessivamente agli altri per il sostegno e la prote-
            zione, si sentono disperati nell’affrontare un eventuale abbandono e sembrano ave-
            re un’alta predisposizione alla depressione (Birtchnell, 1984).
               Spesso il succube è invaso da disturbi d’ansia proprio perché affidandosi al do-
            minante per la propria sopravvivenza è poi preoccupato di essere abbandonato o la-
            sciato da solo a provvedere a se stesso, cosa in cui non crede di poter riuscire. I di-
            sturbi d’ansia sono anche comuni tra gli individui con DPD.
               Overholser et al. (1989) riscontrarono che individui con DPD rivelavano profili
            dell’MMPI (Minnesota Multiphasic Personality Inventory) con riferimento ad ansia,
            autodubbio e insicurezza sociale, indipendentemente dal loro livello di depressione.
               Gli attacchi di panico si verificano quando essi temono nuove responsabilità cre-
            dendo di non essere all’altezza per poterle gestire e affrontare.
               Nel corso della sua crescita il succube ha sviluppato, in relazione agli affetti, un
            “io” fragile, che non è capace di affermare la propria libertà e di assumersi la pro-
            pria responsabilità. È abituato ad appoggiarsi ad altri e si poggia all’altro di fatto in-
            vestendolo di un significato enorme come di una stampella per uno zoppo, è porta-
            to a rinviare a un eventuale indefinibile futuro la propria realizzazione. Riesce bene
            a tollerare le frustrazioni presenti perché dentro di sé è convinto che la sua vita sia
            ancora tutta da giocare. Si presenta agli altri con un atteggiamento vitale e gioviale.
            È coscienzioso, allegro, attivo, bonario. Gli riesce difficile “saper dire di no”, si of-
            fre oltre il dovuto. È impegnato, disponibile, responsabile, partecipe e, nel mondo
            del lavoro, potrebbe costituire la colonna portante dell’organizzazione dove lavora.
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