Page 62 - La coppia intrappolata
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48 2 Anatomia dell’aggancio nevrotico
2 fetto del figlio. Il bambino non è libero di provare sentimenti senza ferire un genito-
re così buono, e si sente in colpa per ogni tentativo di autoaffermazione. Da adulto,
con un partner seduttivo, avrà difficoltà ad autoaffermarsi e rivivrà in un certo sen-
so una dinamica già sperimentata con il proprio genitore.
Un genitore iperprotettivo tenderà a prolungare la dipendenza del bambino, e que-
sti in tal modo imparerà a sentirsi debole, inadeguato, bisognoso di protezione, di-
pendente. Da qui il vissuto depressivo di carenza, indegnità, senso di colpa.
Il senso di “indegnità personale” si trova in tutte le persone che non si realizza-
no veramente, non accedono cioè alle risorse dell’inconscio superiore, e si limitano
a vivere a livello inferiore le loro potenzialità evolutive.
Maslow (1973) a questo proposito parla di “coscienza intrinseca”, cioè di quel-
la voce interiore, diversa dal super-io, che ci tormenta se non realizziamo le nostre
potenzialità.
Il senso di indegnità ci impedisce di accettarci e rispettarci veramente, e di ac-
cettare e rispettare gli altri: non accedendo alla nostra bellezza interiore, infatti, non
siamo in grado di cogliere quella delle altre persone (Gurumayi, 1989).
La voce interiore si manifesta, nel momento del tormento, con “l’attacco di pa-
nico” che altro non è se non un campanello di allarme che sta a segnalarci “attenzio-
ne, non stai utilizzando nel migliore dei modi il potenziale interno che hai a dispo-
sizione, provvedi!”. D’altronde quale altro mezzo avrebbe a disposizione il nostro
corpo per fermarci e farci rendere conto di ciò che ci sta capitando?
Se facciamo “orecchie da mercante” l’attacco di panico da campanello di allar-
me che si attiva come spinta positiva per superare determinate difficoltà e quindi co-
me momento opportuno per sfruttare al meglio le nostre capacità interne e raggiun-
gere di conseguenza un equilibrio maggiore, si trasformerà in eccessiva quantità di
ansia che ci impedirà di sfruttare le nostre potenzialità rendendoci in qualche modo
la vita invalidante. L’intensità dell’ansia diviene un segnale di sofferenza psicologi-
ca che andrà indagata e approfondita con la psicoterapia, unico rimedio efficace.
Recenti ricerche sull’interazione madre-figlio hanno definitivamente comprova-
to il ruolo attivo svolto dal bambino fin dall’inizio (Stern, 1977). Ne segue che le dif-
ficoltà di relazione possono nascere non solo da parte del genitore, come tradizio-
nalmente riconosciuto, ma anche da parte del bambino culminando in una disarmo-
nia dei loro scambi regolatori. Infatti, la sincronia di questa relazione dipende oltre
che dalla sensibilità e dall’attenzione del genitore, anche dalla capacità del bambi-
no di emettere segnali circa il suo stato o i suoi bisogni, e di rispondere agli inter-
venti del genitore. E in queste capacità del bambino sembra giocare un ruolo molto
importante il suo temperamento.
Temperamento è un termine che proviene dal latino temperies che letteralmente
significa “umore”. Esprime la risultante dei tratti emotivi della personalità i quali di-
pendono da un lato dai costituenti fisiologici di natura soprattutto endocrina e dal-
l’altro dalla configurazione tipologico-costituzionale.
Nella storia della psicologia al termine temperamento si è sostituito il termine ca-
rattere e successivamente il termine personalità.
Le ricerche in questo campo hanno individuato delle differenze individuali nel
temperamento alla nascita che possono suscitare, modificare o impedire molti com-