Page 66 - La coppia intrappolata
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   2        fondamentale per lo sviluppo della personalità. Tanta letteratura scientifica a riguar-
            do conferma che la vita psichica inizia nel periodo prenatale e ha un suo peso.
               Il bambino già nella fase prenatale è un essere profondamente relazionale, in gra-
            do di dare e ricevere amore. Se una relazione amorevole con i genitori inizia già du-
            rante la gestazione, ciò da adito a un’impronta psicologica profonda che condiziona
            lo sviluppo fisico e psichico del bambino in modo positivo (Ludwig, 1997).
               La moderna ricerca ha messo in evidenza che fin dalla gestazione il feto è in gra-
            do di vedere, di udire, di fare esperienza, di toccare, di apprendere, ma soprattutto è
            in grado di provare sensazioni e di rispondere agli stimoli interni ed esterni di peri-
            colo, di sofferenza e di dolore, e di attivare i suoi sistemi di allarme e di difesa.
               Questo ci aiuta a comprendere che i bambini, prima e dopo la nascita, sono es-
            seri pienamente coscienti, sensibili e attenti che percepiscono le sensazioni fisiche,
            mentali ed emozionali dei loro genitori, oltre alle proprie.
               La neuropsicofisiologia prenatale ha messo in evidenza che i feti particolarmen-
            te deboli e vulnerabili possono sperimentare durante la gestazione degli stati di
            stress, di tensione e di turbamento, e viverli in forma di traumi, di pericolo di morte
            e di annichilimento (Perls et al., 1997).
               L’esperienza clinica sta dimostrando che il legame e l’attaccamento che vengono
            messi in moto durante il periodo pre- e perinatale influiscono in larga misura su tutte
            le successive dinamiche relazionali e hanno un impatto duraturo su tutto ciò che riguar-
            da l’intimità personale, il rapporto familiare e le dinamiche sociali (Soldera, 2004).
               Il feto partecipa agli stati emotivi della madre: gioia, tristezza, piacere, ma anche
            angoscia, ansia, stress.
               Il dominante durante la fase prenatale ha vissuto poco amore da parte dei geni-
            tori, poca accoglienza, un clima abbastanza razionale, quello che ha sofferto è stato
            un profondo rifiuto, mancanza di calore, estraneità. Questa esperienza è stata il suo
            primo trauma.
               Ludwig Janus, medico e psichiatra svizzero, con i suoi diversi protocolli di pa-
            zienti psicotici ha potuto cogliere diverse intensità del vissuto fetale. Diversi livelli
            di sofferenza e di dolore che il feto comunque registrava a livello molecolare.
               Da ecografie documentate si sono potute osservare le espressioni facciali di
            paura/sofferenza da parte del feto. La postura, la stessa immobilità fissa di alcuni fe-
            ti denotavano, sotto una finta apparente normalità, sofferenza dalla mimica facciale.
            Si è potuto persino documentare che lo stesso battito cardiaco del feto era in corre-
            lazione con quello della madre. Se questa era agitata e arrabbiata il suo battito au-
            mentava così come quello del feto in grembo, la frequenza cardiaca del feto era per-
            fettamente correlata all’umore della madre (Righetti e Sette, 2000).
               Il dominante ha sofferto, sia nel periodo prenatale da feto sia nei primi mesi di
            vita sia da bambino. Quando era bambino ha percepito nella madre un rifiuto così
            netto che lo ha spaventato a tal punto da non provare neppure più ad avvicinarsi a lei
            per trovare conforto. Sin da piccolissimo ha imparato a confidare solo sulle proprie
            forze per potersela cavare e sopravvivere. Di conseguenza la sua speranza di cerca-
            re un contatto per avere affetto e amore muore già sul nascere.
               Il dominante cresce con l’idea di non aspettarsi niente, se non rifiuti, perciò, per ov-
            viare a questa sofferenza, a questo lacerante dolore, imparerà ben presto a crescere iso-
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