Page 63 - La coppia intrappolata
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2.2 Dall’analisi degli individui alla struttura dell’aggancio nevrotico 49
portamenti regolativi del genitore. Tra queste differenze si annoverano: il livello di
emotività del bambino, la sua soglia di sensibilità agli stimoli, la durata dell’atten-
zione, la sua tendenza a distrarsi, il suo livello di attività comportamentale, la sua di-
sponibilità a farsi calmare e stringere magari al seno della madre.
Ciò che conta di più resta, comunque, non tanto il temperamento o la tipologia
del bambino in sé, quanto la compatibilità reciproca tra i temperamenti dei due
membri della diade.
Nelle caratteristiche del succube non c’è solo questo bisogno di dipendenza af-
fettiva. Questa tipologia di individui ha uno stile di personalità votato all’autodisci-
plina, al controllo emotivo e all’affidabilità; in una forma estrema i succubi hanno
sviluppato una tale rigidità che in loro è causa di grande sofferenza.
Nella sua infanzia la persona succube non è riuscita a sviluppare un’identità se-
parata da quelli che erano i modelli e i severi standard dei genitori e li ha interioriz-
zati insieme a tutti gli altri standard che lo circondavano aumentando ancora di più
l’intransigenza che sentiva nei suoi confronti. È cresciuto con la paura di commet-
tere errori perché l’errore è vissuto come imperdonabile per lui che tende al perfe-
zionismo. Questo è un aspetto importantissimo perché ci apre tutta una finestra su
tanti dubbi e tanti perché che possono spiegare i modi di perseverare in storie che ri-
sultano essere dolorose, frustranti, sbagliate.
A seguito della propria struttura di personalità così rigida, il succube non può am-
mettere di aver commesso un errore. Soprattutto l’errore di aver sbagliato la scelta
del partner. Questa paura dell’errore risale ai primi anni di vita del bambino. Le ori-
gini della “ferita” di un adulto con personalità succube risalgono a quando era bam-
bino, già nel periodo dello svezzamento, dalle prime regole imposte con severa rigi-
dità riguardanti il modo di comportarsi, di evacuare, di alimentarsi, fino agli spazi di
esplorazione e movimento autonomo.
Il punto chiave è proprio l’autonomia, l’indipendenza, l’autodeterminazione. Un
bambino dopo i due anni di vita ha raggiunto il controllo neuromuscolare, può muo-
versi ed esplorare liberamente il suo ambiente dove vive, comincia a sviluppare una
sua volontà, una sua determinazione. Il modo in cui gli adulti che ruotano intorno a
questo bambino agiscono in questa delicata fase può generare la ferita della futura
personalità succube provocandone una caratteristica ossessiva. Quando la volontà del
bambino si scontra con la volontà del genitore che ha richieste esagerate e con rego-
le troppo soffocanti, egli sperimenta una sorta di insabbiamento della sua azione ed
espressione spontanea.
Quando il bambino sente dal genitore una richiesta che è troppo grande e prema-
tura per le sue capacità, riceve dentro di sé il messaggio che “egli vale solo per le
performance che riuscirà ad avere, non per le sue qualità umane, relazionali, affetti-
ve; in definitiva egli vale per quello che fa, non per quello che è”. Nel succube si svi-
luppa una continua e costante paura di fare errori e la sgradevole impressione di non
fare mai abbastanza.
Una delle frasi che spesso ricorrono quando una persona succube racconta la pro-
pria storia sentimentale è: “per il mio partner tutto quello che faccio non è mai ab-
bastanza, mi fa vivere sempre la sensazione di incapacità, di inadeguatezza”.
In sostanza i condizionamenti eccessivi dei genitori impediscono il sano sviluppo