Page 70 - La coppia intrappolata
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56 2 Anatomia dell’aggancio nevrotico
2 nalità che alla fine risultano essere un’alchimia perversa. Come mai un aggancio ne-
vrotico coinvolge così tante coppie e come mai molte siano ancora ignare di esser-
ne parte. Possiamo essere tutti possibili vittime di un aggancio nevrotico?
A mio avviso c’è un concetto che dovrebbe esserci abbastanza chiaro. Quando
scegliamo un partner siamo sempre convinti di essere noi gli autori di tale scelta, in
realtà è sempre un bagaglio di ciò che ci portiamo dentro che sceglie per noi!
Se da piccoli con i nostri genitori avevamo un rapporto positivo, avevamo un cli-
ma nel quale erano presenti manifestazioni di affetto, di interesse e di approvazione
adeguata, allora da adulti tenderemo a ricercare persone che generano in noi gli stes-
si sentimenti di sicurezza, di calore e di stima. Per lo più tenderemo a evitare le per-
sone che nei nostri confronti si presenteranno critici, ostili, arroganti e ci faranno sen-
tire a disagio.
Se invece da piccoli siamo cresciuti in un ambiente “ostile”, autoritario, critico,
o comunque inappropriato, ci sentiremo “in famiglia” e “nel posto giusto” quando
incontreremo qualcuno che ci manifesterà le stesse attitudini e gli stessi comporta-
menti. E forse avremo disagio con le persone che si presenteranno a noi troppo gen-
tili o comunque più sane.
Le diverse storie che ho riportato come esempi erano accomunate tutte da un’uni-
ca matrice: il provenire da una determinata tipologia di famiglia. Queste famiglie, pur
avendo avuto storie e problematiche diverse tra di loro, avevano però tutte in comune
il fatto di sortire lo stesso effetto sui bambini che ne facevano parte: i bambini in qual-
che modo si sentivano sminuiti nella loro capacità di comprendere sia i propri senti-
menti sia quelli degli altri e avevano difficoltà a mettersi in relazione con gli altri.
Spesso, anzi quasi sempre, i bambini immaginano i propri genitori come esseri
perfetti. I bambini non sanno usare ancora una sana critica che permette loro di ri-
conoscere i pregi e i difetti dei propri genitori senza intaccare l’amore incondiziona-
to che provano per loro. Quando la loro percezione di realtà crea contrasto con ciò
che avvertono del proprio genitore, optano per soffocare la propria confusione e per
comportarsi senza commentare ciò che il genitore dice e si aspetta da lui. Senza sa-
perlo, sia il genitore sia il bambino minano così l’autostima di questo ultimo. Que-
sto modo di agire priva il bambino della capacità di avere fiducia in se stesso e nel-
le sue percezioni, e cosa fondamentale ciò avverrà sia nell’infanzia sia nella vita adul-
ta, soprattutto nei rapporti affettivi e nelle relazioni sentimentali.
Cerchiamo di capire qual è il meccanismo psicologico che si attiva quindi in un
aggancio nevrotico.
In tutte le storie descritte, c’è un altro elemento fondamentale che tutti i prota-
gonisti hanno evidenziato e riferito, e cioè l’esistenza pervasiva di un controllo emo-
zionale che i rispettivi partner esercitavano su di loro.
Tutti riferivano di non avere più la sensazione di vivere un rapporto d’amore, ma
di sentirsi impigliati “come vittime predestinate” in una rete invisibile ma palpabi-
le, che impediva loro di liberarsi. E più si agitavano, più la rete li soffocava, e nes-
suno di essi si sentiva libero di poter sfuggire a quella situazione.
Una paziente mi diceva: “mi sembrava come se vivessi dentro un gioco perver-
so, come il gioco del gatto e del topo, ma la differenza è che il topo ero io, e vivevo
l’angoscia di non avere nessuna via di uscita”.