Page 55 - La coppia intrappolata
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2.1  Descrizione dettagliata di tre casi emblematici             41


                È stato questo suo costante e meschino lavorio a invadere la mia psiche e a gettarmi in depressio-
                ne, una depressione che lui, come colmo finale, mi rimproverava.
                Lui l’aveva causata e lui la biasimava.
                Gli attacchi di panico li ho iniziati ad avere da quando ho avuto la netta sensazione di essere dentro
                una gabbia e di non avere scampo!
                Venivo rimproverato anche per gli attacchi di panico, venivo definito una palla al piede e, di conse-
                guenza, mi venivano anche i sensi di colpa”.

              Nella loro relazione Pierpaolo aveva dato e dava in continuazione tutto se stesso, ma questo per
              Umberto non era mai abbastanza, e non lo sarebbe stato mai.
              In questo modo il dubbio più atroce per Pierpaolo andava via via materializzandosi, consolidandosi
              e cristallizzandosi: era o non era lui l’inadeguato nella coppia? Umberto lanciava continui messaggi
              paradossali con l’intento di seminare in Pierpaolo il seme del dubbio su fatti anche insignificanti e
              quotidiani; così che questi era continuamente assalito da domande del tipo “ma mi ha voluto dire
              questo o sono io che interpreto tutto male?”. Tutte le volte che Pierpaolo cercava spiegazioni veni-
              va aggredito ed etichettato come “paranoico depresso”. A ogni occasione, non avendo un sano dia-
              logo chiarificatore, Pierpaolo vacillava e restava nel dubbio del torto o della ragione.
              Umberto giocava molto con le frasi paradossali, ma la frase paradossale non consisteva nell’affer-
              mare un’ovvietà oggettivamente assurda, ma piuttosto nell’esprimere a livello verbale concetti che
              condivideva con Pierpaolo, salvo poi esprimere immediatamente dopo a livello non verbale il con-
              trario.
              Un messaggio esplicito e uno sottinteso di cui poi Umberto negava l’esistenza. Per esempio bastava
              dirgli che era d’accordo con una proposta e contemporaneamente dare a intendere, a gesti, che si
              trattava solo di un accordo di facciata. Diceva qualcosa che immediatamente negava, ma la traccia
              resta, sotto forma di dubbio; è una forma tipica di frase paradossale.

                “…Facevamo un discorso serio su di noi e sulla nostra coppia, magari di come avremmo potuto
                investire meglio il nostro tempo, e lui mi ascoltava attento e mi confermava verbalmente tutto
                quello che gli stavo proponendo; poi con una faccia da sberle mi faceva spallucce e se ne andava,
                questo mi faceva impazzire, gli urlavo ‘lo hai rifatto di nuovo!’ e lui, con una calma serafica che era
                strumentale a farmi travasare la bile, mi diceva ‘fatti curare, sei proprio paranoico, oltre a essere
                depresso, ti sto dicendo che va bene, che sono d’accordo con te’, e contemporaneamente inclinava
                il capo come a voler dire non ‘c’è niente da fare’.
                Finiva sempre che ero io l’isterico, quello che alla fine per reagire a questa sua spudorata violenza psi-
                cologica lanciava sul muro il portacenere, senza avere l’intenzione di colpirlo, ma desiderando di sfer-
                rargli un pugno. E lui candido scendeva dalle nuvole e mi diceva ‘lo vedi da solo, io sono tranquillo, tu
                hai questi gesti inconsulti, da vero pazzo isterico, meglio che esca, altrimenti finisce male’. Restavo
                così collerico, frustrato e con l’acidità allo stomaco tutte le volte, forse un’ulcera me l’avrà pure rega-
                lata alla fine. Non si riusciva mai a parlare di nulla e le giornate trascorrevano senza senso…”.

              Umberto era molto bravo nell’usare questo mezzo di provocazione che si rilevava così destabilizzan-
              te per Pierpaolo.
              Del resto non è così facile riconoscere questi messaggi paradossali; chi li vive non ha lo spirito criti-
              co per esaminarli per quel che sono, ma va subito in confusione; chi li lancia ha proprio lo scopo di
              destabilizzare e mantenere il controllo invischiando l’interlocutore in sensazioni contraddittorie.
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