Page 29 - La coppia intrappolata
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1.3 Le strutture di personalità coinvolte 15
dente sia a rischio per una varietà di disturbi fisici, piuttosto che essere predispo-
sto a esibire un particolare tipo di sintomo. Questi individui sono più pronti a con-
siderare i loro problemi in termini somatici anziché psicologici (Greenberg e Born-
stein, 1988).
1.3.2 Orientamento di personalità ossessivo-compulsivo
La nostra cultura occidentale dà molto rilievo alle espressioni moderate di caratteri-
stiche quali l’attenzione al dettaglio, il controllo emotivo, l’affidabilità, la buona edu-
cazione, l’autodisciplina, la perseveranza. In alcuni individui, però, queste caratte-
ristiche sono espresse in una forma talmente estrema e portate all’esasperazione che
diventano una sofferenza soggettiva e quindi l’individuo si presenta rigido, pensie-
roso, moralistico, dogmatico, irresoluto, inflessibile, emotivamente e cognitivamen-
te bloccato, perfezionista, tutte caratteristiche che evidenziano un disturbo diagno-
sticabile di personalità ossessivo-compulsiva.
Nel corso di questo mio studio-ricerca, raccogliendo le varie anamnesi e storie
di individui coinvolti in questo aggancio nevrotico, mi sono resa conto del nesso che
intercorreva tra le storie di vita dei succubi, le loro dinamiche familiari, con lo stu-
dio delle teorie che conosciamo riguardo alla formazione di questo orientamento di
personalità.
Teoria di W. Reich (1947): genitori troppo rigidi, ossessionati dalle regole, puni-
tivi nell’educazione, hanno fatto sì che il bambino sviluppasse un Super-Io troppo
severo o una coscienza che lo portava a esercitare un super controllo e a vivere un
conflitto nell’esprimere i propri desideri, impulsi o emozioni (per onestà di informa-
zione Reich prestava attenzione alla rigidità del genitore sul controllo e l’educazio-
ne sfinteriale durante lo sviluppo della fase anale del bambino). Questo primo mo-
dello di sviluppo secondo Reich causava la formazione di determinate caratteristi-
che riscontrate nelle persone con disturbo di personalità ossessivo-compulsivo
(OCPD), quali il senso pedante dell’ordine, la passione di collezionare cose, il sen-
so di colpa, il bisogno di esercitare il controllo.
Teoria di H.S. Sullivan (1956): la sua teoria variava da quella degli psicoanalisti
freudiani perché sosteneva che i problemi psicologici originassero dalle relazioni in-
terpersonali e non dalla fissazione nelle varie fasi dello sviluppo istintivo psicoses-
suale. Il principale problema degli OCPD era il livello estremamente basso di auto-
stima. Quando il bambino cresce in un ambiente caratterizzato da odio e rabbia ca-
muffati però e nascosti da sentimenti di gentilezza e amore superficiale impara che
le parole sono utilizzate per mascherare il vero stato delle relazioni. Imparerà a pre-
stare più attenzione alle parole e alle regole esterne piuttosto che a sviluppare le pro-
prie abilità emotive e interpersonali.
Teoria di A. Angyal (1965): molte volte il bambino ha colto nelle azioni e nei sen-
timenti dei genitori delle contraddizioni con le loro parole o nei loro comportamen-
ti. Per esempio si descrivevano affettuosi ma poi si mostravano freddi e rifiutanti ge-
nerandogli così confusione. Angyal riteneva che la base delle disfunzioni dell’osses-
sivo fosse data dall’incoerente e spesso contraddittorio comportamento dei genito-