Page 32 - La coppia intrappolata
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18 1 Individui e strutture di personalità in una particolare modalità di essere in coppia
1 • non ha raggiunto molti degli scopi che si era prestabilito/a;
• si disinteressa o talvolta si annoia con le persone che sono gentili con lui/lei;
• spesso fa cose per gli altri invece di fare cose per se stesso/a;
• fa cose per altre persone anche quando queste non vogliono o cercano di dissua-
derlo/a.
Per meglio descrivere il succube e il suo orientamento autofrustrante, quanto ri-
portato qui di seguito è estratto dal materiale delle sedute di psicoterapia che ho con-
dotto nel corso di questo mio studio-ricerca con gli individui che ho descritto quali
succubi.
L’individuo con questo orientamento di personalità è portato a sacrificare i pro-
pri interessi in funzione di quelli degli altri. Lascia perdere la propria soddisfazione
anche lavorativa sempre in funzione degli altri. Si sacrifica più del necessario anche
quando il sacrificio non è stato richiesto da nessuno. Nega i propri bisogni, necessi-
tà, desideri; nel soddisfarli non solo si sentirebbe egoista, ma sarebbe colto da gran-
di sensi di colpa che lo farebbero desistere.
Questa modalità di comportamento è riscontrata ed è frequente in tutti quegli in-
dividui che hanno subito violenze a livello psicologico, sessuale, fisico, ma anche ne-
gli individui che da piccoli sono stati privati di un sano e naturale sviluppo delle lo-
ro capacità cognitivo-affettive e comportamentali così che non hanno potuto espri-
mere chiaramente loro stessi.
È fondamentale dare spazio a un bambino per una crescita sana nella quale può
manifestare la sua volontà, stando attenti a non limitare troppo la voglia di indipen-
denza, la sua autonomia perché tutto questo contribuirà a renderlo un adulto sano in
grado di affrontare adeguatamente le avversità della vita. Il semplice bloccare il bam-
bino per ogni sua iniziativa o il costante zittirlo tutte le volte che esprime una sua idea
o magari deriderlo per quello che ha detto, sono tutte violenze che lo indurranno a
cristallizzare un senso di impotenza e di negazione di sé. Tutto questo contribuirà a
produrre internamente un auto-sabotaggio costante.
Da adulto questo individuo tenderà a trattare se stesso così come è stato trattato
nel passato, si sentirà così autorizzato a mettere in atto tutti comportamenti frustran-
ti, limitanti, diversi dai suoi veri desideri, ma che in realtà sono espressione del sa-
botatore che ha dentro di sé.
Bambini picchiati ingiustamente senza la minima possibilità di difesa o rivalsa;
oppure puniti in maniera esagerata per una loro opposizione o per un loro segno di
irriverenza.
Bambini a cui non resta altro che la propria dignità nel sopportare, resistere, ri-
fiutare di piangere, arrivare a farsi del male fisico per potersi distrarre dal dolore psi-
cologico dell’umiliazione, dell’autoritarismo. Il “sabotatore interno” subisce senza
reagire l’attacco dell’adulto nei confronti del bambino, non lascia possibilità a que-
st’ultimo che di incassare silenziosamente, è troppo impari la situazione per potersi
difendere. La migliore difesa diviene l’autofrustrazione, è l’unica modalità relazio-
nale per frustrare il cattivo. L’attacco fatto a se stessi diviene inevitabile, giacché da
bambini era impensabile attaccare l’adulto che lo frustrava, una situazione troppo im-
pari. Ciò che il succube da bambino ha imparato è stata la sopportazione, una gran-
de capacità di tolleranza per le frustrazioni e tanto autosacrificio, e questo fa sì che