Page 123 - La coppia intrappolata
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5.4  Protocollo di lavoro per liberare il succube dall’aggancio nevrotico   109


           •  decodificare la depressione che nasconde la rabbia.
              La depressione del succube è reattiva a tutta la rabbia che non riesce a esterna-
           re e quindi implode internamente privandolo di energia vitale. Nel paragrafo 3.7 l’ar-
           gomento è già stato affrontato. Nel lavoro terapeutico, dopo aver compreso e risa-
           nato la dinamica della rabbia, è necessario affrontare la depressione che lamenta il
           succube.
              Il succube spesso non ha l’energia necessaria per risolvere i vari problemi che
           insorgono nella sua quotidianità, così i problemi si accumulano e si sommano allo
           stress psichico che sta subendo dal dominante. Il risultato è quello di sentirsi op-
           presso e sopraffatto, tutto assume un carattere di enorme difficoltà e gravità da non
           garantire alcun successo nonostante il proprio impegno. Nonostante i suoi tanti sfor-
           zi, il succube avverte che non riesce a uscire dalla profonda angoscia che lo intrap-
           pola. Quando l’intensità autodistruttiva della rabbia arriva dirompente al succube
           non mancano pensieri di autolesionismo gravi quali il ricorrere al suicidio come uni-
           ca via di uscita per il dramma che sta vivendo. Il suicidio nella mente del succube
           assume il valore di unica via di fuga dall’insopportabile sofferenza nella quale ver-
           sa. Nella terapia di un individuo con tendenze suicide le tecniche cognitive devono
           essere usate in fretta. Le tecniche cognitive specifiche sono fondamentali per acce-
           dere all’organizzazione cognitiva dell’individuo. Interrogare, individuare il pensie-
           ro illogico, mettere in luce le regole secondo le quali il succube organizza la realtà
           sono le tecniche con le quali sia il terapeuta sia l’individuo cercano di comprende-
           re la costruzione della realtà di quest’ultimo. È l’aspetto cognitivo il fattore domi-
           nante nel determinare il comportamento.
              “Il modo in cui gli individui interpretano gli eventi determina i loro sentimen-
           ti riguardo alle cose… Quando riuscirà a vedere la connessione tra il suo pensie-
           ro negativo e il suo sentimento sgradevole, quando imparerà a individuare e rife-
           rire i suoi pensieri si renderà conto che questi pensieri negativi non erano realisti-
           ci… Correggendo le interpretazioni arbitrarie, i sentimenti negativi scompariran-
           no” (Beck, 1987).
              Il questionario o inventario Beck della depressione e la scala dell’ideazione sui-
           cida (a uso del terapeuta) sono strumenti e procedure importanti per il lavoro tera-
           peutico cognitivo e comportamentale.
              Questo tipo di lavoro è in grado di modificare il sistema intrappolante che il suc-
           cube aveva adottato, in quanto lavora proprio sulle credenze.
              In questa fase di ristrutturazione cognitiva l’attenzione deve essere posta:
           •  sulle distorsioni cognitive che il succube utilizza con più frequenza. Ci sono per-
              sone che usano di più la “sovrageneralizzazione” anziché il pensiero del “tutto
              o niente” e così via; proporrei di indagarle tutte, è sempre bene;
           •  sul valutare le credenze che hanno una certa resistenza al cambiamento.
              Ci sono credenze che risultano resistenti a causa della loro centralità e della lo-
           ro certezza. “La centralità dipende dal numero di credenze che essa supporta e dal
           numero di credenze da cui è supportata e da quanto sono inerenti con gli scopi del
           sistema: la centralità la si può immaginare come l’ampiezza della parte del sistema
           che dovrebbe cambiare se la credenza in questione cambiasse. La certezza in una
           credenza non è un valore discreto ma continuo e può dipendere dall’autorevolezza
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