Page 126 - La coppia intrappolata
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   5        •  strutturare insieme a lui nuove attività quotidiane che mettano in luce i vantag-
               gi collegati alla remissione dei sintomi a vantaggio di una maggiore autostima,
               una diversa voglia di vivere e una sana capacità di controllo sulla propria vita;
            •  identificare bisogni e obiettivi per la presa in cura di sé.
               L’atteggiamento autofrustrante del succube è molto alimentato soprattutto dal-
            le convinzioni irrazionali e da comportamenti autodistruttivi che aumentano l’an-
            sia, quindi sarà necessario:
            •  identificare le convinzioni false (date da idee radicate in età infantile, dichiara-
               zioni dei genitori o figure importanti che il succube ha fatto proprie);
            •  sostituire e contrapporre alle convinzioni sbagliate altre affermazioni razionali
               con lo scopo di contrastarle;
            •  identificare l’effetto delle convinzioni irrazionali sulle emozioni, sul rapporto che
               il succube ha con se stesso, con gli altri e le ripercussioni sulle scelte persona-
               li;
            •  identificare le convinzioni e i comportamenti autodistruttivi e la correlazione con
               l’aumento dell’ansia;
            •  identificare i fattori che contribuiscono a generare ansia e ridurre il bisogno di
               controllo, il perfezionismo, l’autocritica;
            •  eliminare quelle che potrebbero essere gli ostacoli alla felicità e al vivere la vi-
               ta pienamente, alimentando pensieri positivi;
            •  alimentare e incoraggiare i comportamenti di cura personale: corretta alimenta-
               zione, adeguato riposo notturno, astensione dall’uso di sostanze, esercizio fisi-
               co, svolgimento di adeguate attività ricreative, sviluppo di una rete sociale;
            •  identificare le attività finalizzate al miglioramento di sé e le esperienze che fa-
               voriscano la crescita.
               Nel trattare l’orientamento autofrustrante è fondamentale che il terapeuta riesca
            a liberare il succube dal rancore che gli origina dall’inconscio, incoraggiandolo a
            esprimerlo per poterlo incanalare in una forma più sana. Il succube tende a mani-
            festare con più facilità tutte le varie forme di autofrustrazione, invece gli restano bloc-
            cate dentro la ribellione, la sfiducia, tutte le espressioni di autonomia e la libertà in-
            tesa come capacità di esprimersi pienamente. Quando il succube libera il suo ran-
            core, lo fa in maniera tale da provocare il dominante che risponderà con una puni-
            zione. Una specie di rappresaglia che il succube utilizzerà per alimentare e rinfor-
            zare la convinzione che per lui non c’è via di uscita.
               L’atteggiamento autofrustrante è stato incoraggiato dalle figure più significati-
            ve già da bambino, da quando il suo sano e normale narcisismo è stato soffocato.
            In psicoterapia è necessario mettere in luce, favorire l’energia del lato aggressivo,
            astioso e in ombra del succube, perché è l’unica cosa che gli resta dell’energia vi-
            tale. Solo così si potranno liberare gli altri sentimenti autentici che ha represso. Il
            succube alimenta la sua autofrustrazione con la resistenza, l’unica cosa che gli re-
            sta del suo Sé autentico. Questa deve essere riconosciuta e accolta per il suo valo-
            re intrinseco legato alla sopravvivenza. L’errore più grave che si può commettere è
            quello di annullargliela in terapia. Si instaurerebbe un braccio di ferro tra il succu-
            be che cercherà di mantenerla e ci riuscirà, e il terapeuta che tenterà di combatter-
            la e ne sarà sconfitto.
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