Page 118 - La coppia intrappolata
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   5        5.2.2   Sintonia

            Il terapeuta ha la necessità di sentirsi in sintonia con le vicissitudini dell’individuo
            in difficoltà da seduta a seduta. Spesso gli individui formulano un “ordine del gior-
            no” degli argomenti che desiderano discutere in una determinata seduta; se il tera-
            peuta lo ignora può produrre una tensione inutile nella relazione terapeutica. Un te-
            rapeuta che aderisce rigidamente a uno schema preciso nel portare avanti le sedute
            può creare una distanza eccessiva tra sé e la persona che gli ha chiesto aiuto (per
            esempio se non tiene conto del turbamento che ha avuto dal litigio con il proprio
            partner e ha bisogno quindi di poter parlare di questo anziché di ciò che aveva in
            mente il terapeuta).
               È necessario concepire la relazione terapeutica come uno sforzo congiunto.
               La funzione del terapeuta non è riformare l’individuo in difficoltà, ma offrirgli
            una soluzione al problema.



            5.2.3   Intesa collaborativa

            L’intesa collaborativa riduce anche la tendenza di vedere il terapeuta come un su-
            peruomo. Il risultato è positivo se il terapeuta possiede queste tre caratteristiche fon-
            damentali:
            •  calore umano sincero;
            •  accettazione;
            •  vera empatia.




            5.3     Le emozioni e le cognizioni: primo ostacolo

            I grandi ostacoli che si incontrano nell’uscire da un aggancio nevrotico sono le emo-
            zioni e le cognizioni che interagiscono costantemente. Le emozioni perché neces-
            sitano di un grande lavoro di presa di coscienza del significato che sottendono e le
            cognizioni perché l’insieme delle varie credenze e pensieri hanno creato una cap-
            pa di vetro e paralizzano il succube dal liberarsi definitivamente dall’aggancio ne-
            vrotico.
               Ogni significato di un’emozione per un terapeuta cognitivo-comportamentale
            ha un valore immenso. Le idee, i sentimenti, i desideri di un individuo, il modo in
            cui li racconta, cosa racconta, forniscono un materiale fondamentale per il lavoro
            cognitivo, è tutta materia prima che fornisce indicazioni per il progetto terapeuti-
            co. Ed è proprio per questo che, rispetto ai comportamentisti che non considerano
            l’esperienza “soggettiva” del paziente perché ritenuta impossibile da verificare da
            un osservatore esterno; rispetto agli psicoanalisti che considerano l’ideazione co-
            sciente il semplice prodotto di forze inconsce che agiscono per camuffare il signi-
            ficato reale degli eventi; rispetto agli atteggiamenti rigidi della neuropsichiatria, l’ap-
            proccio cognitivo-comportamentale è l’unico ad abbracciare e a considerare sia i
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