Page 120 - La coppia intrappolata
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106 5 Come uscire da un aggancio nevrotico: lo schema terapeutico
5 minarle ci rendiamo conto della distorsione intrinseca e possiamo adottare una nuo-
va modalità di pensiero e di conseguenza di comportamento.
5.4 Protocollo di lavoro per liberare il succube dall’aggancio nevrotico
Pur essendo due gli individui che costituiscono la coppia intrappolata da un aggan-
cio nevrotico: il succube e il dominante, sarà solo il succube a rivolgersi a uno psi-
coterapeuta per chiedergli aiuto. Il più delle volte sarà spinto da terzi (medici, fa-
miliari, amici), raramente verrà spontaneamente; se prende da solo l’iniziativa di es-
sere aiutato lo farà soprattutto quando la vita gli sembrerà insostenibile e il males-
sere sarà troppo invalidante.
Il dominante non si pone proprio il problema, lui si sente sanissimo, è il partner
che ha bisogno di aiuto, lui non ha nessuna intenzione di mettersi in discussione né
tanto meno di cambiare, si sente perfetto così com’è. Le volte che verrà in terapia
di coppia lo farà solo per “sedurre” il terapeuta, pensando “di poterselo ingraziare
e manipolarlo”; starà all’abilità e alla professionalità dello psicoterapeuta nel non
cadere nelle sue trappole. Il dominante ha un solo scopo nel presentarsi dal terapeu-
ta di coppia: quello di essere più credibile dal succube, avendolo conosciuto, nel mo-
mento in cui farà di tutto per demolire e screditargli il terapeuta al quale si è rivol-
to. Questo perché se il terapeuta non si è fatto “ammaliare” da lui, deve essere di-
strutto, altrimenti il potere che esercita sul succube sarà a rischio. Farà quindi di tut-
to per allontanare il succube dal terapeuta, dall’insidiare la scelta perché, non es-
sendo stata sua, non è quella giusta, al cercare di demolirgli direttamente il terapeu-
ta mettendo in dubbio tutto: sesso, età, professionalità, come non idonei. Tutto que-
sto perché ha bisogno di continuare a fare “terreno bruciato” intorno al succube. Il
suo unico modo per garantirsi la completa sudditanza del partner.
5.4.1 Protocollo di lavoro
Premettendo che ogni psicoterapeuta, quando è di fronte a un proprio paziente, do-
vrebbe rivolgere a se stesso la seguente domanda: “di cosa questa persona ha biso-
gno per trovare dentro di sé l’innata capacità di guarigione?” (Erickson, 1983) – per-
ché è l’individuo che fornisce al clinico la griglia di lavoro che varia ovviamente in
base ai problemi da affrontare e alle esigenze specifiche di ognuno – qui di segui-
to presento quella che in linea generale è stata la mia griglia di lavoro per aiutare i
succubi a prendere coscienza del loro problema e a uscire dall’aggancio nevrotico
in maniera permanente.
È una pianificazione terapeutica a impostazione cognitivo-comportamentale che
include un elenco degli obiettivi terapeutici principali che ho formulato tenendo pre-
sente i sintomi caratteristici di questo “aggancio nevrotico”.
La preparazione di questo protocollo ha richiesto un lavoro di circa dieci anni
di esperienza clinica sul campo. Alla fine, il connubio tra la mia esperienza clinica