Page 107 - La coppia intrappolata
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4.2 La via della guarigione 93
forte del presente e soprattutto più forte del futuro, ma dovremmo far leva sul fatto
che ciò che si sta vivendo è sicuramente frutto del passato ed è soprattutto un seme
fecondo per la costruzione del proprio futuro. Ogni perdita ha un significato reale,
anche se a volte non è facile scoprirlo.
Scoprire la perdita di un aggancio nevrotico comporta liberarsi da dinamiche psi-
chiche che invalidavano la nostra reale capacità di realizzare quello che effettivamen-
te nutrivamo come bisogni interni. È un rinascere a nuova vita, liberati da condizio-
namenti e false convinzioni.
Per ritrovare e scoprire la propria identità è necessario correre il rischio di sof-
frire, pur sapendo che si tratta di una sofferenza che ha una durata breve e che ricom-
penserà con l’armonia interiore.
Se si prende coscienza del proprio dolore e se ne comprendono le ragioni, il ra-
zionale che nasconde, lo si vive più acutamente, con maggiore intensità e lucidità.
Si arriva a rendersi conto che è veramente passeggero e che la traccia che ci lascerà
non potrà che essere un arricchimento interiore.
Negare la sofferenza provoca una specie di soffocamento: ci si chiude a riccio su
se stessi, innalzando tra noi e il mondo che ci circonda una barriera così alta da na-
sconderci la realtà.
Star male non è fine a se stesso, ma è un investimento per la vita, al fine di per-
metterle di seguire la sua giusta via, il suo corso, la propria dinamica. Ostinarsi a sof-
focare la propria individualità, la propria identità, è privarsi di una rinascita che chie-
de soltanto di poter avvenire.
Un passo per la via della guarigione è ammettere la propria ferita affettiva. Pri-
ma si smetterà di negarla, prima si riuscirà ad assimilarla e a liberarsene. Prima ci
darà l’opportunità di scoprire che siamo in grado di vivere da soli senza sentirci
isolati.
La dolorosa esperienza di un aggancio nevrotico si trasforma in occasione per una
ristrutturazione personale. Possiamo avere l’occasione di renderci pienamente con-
sapevoli di noi stessi divenendo automaticamente più forti.
È bene non creare aspettative temporali, non sappiamo di quanto tempo abbia-
mo bisogno per guarire, ma comunque è importante impegnarci e gratificarci per i
passi che stiamo compiendo. Importante è concentrarci sui passi che uno dietro l’al-
tro stiamo compiendo. La guarigione a volte non si dimostra così rapidamente come
si vorrebbe o si spera.
Per un certo periodo lo stato d’animo andrà incontro ad alti e bassi, ai quali è ne-
cessario prepararsi. Si potranno attraversare momenti che sembreranno di bonaccia,
durante i quali si è così tanto assorbiti dai vari impegni che è più facile buttarsi i ri-
cordi dietro alle spalle, si potrà anche a distanza di poco tempo credere che il perio-
do di “lutto” per la perdita sia terminato. Poi ecco all’improvviso, senza che nulla lo
facesse presagire, arriva l’angoscia, la disperazione si rimpossessa nuovamente del-
lo stato d’animo, portandosi dietro il seguito di elucubrazioni e di cattivi ricordi. Tran-
quilli! Non facciamoci prendere dalle emozioni, soprattutto non seguiamole.
Avete mai visto una persona che sta imparando ad andare in bicicletta che non
cade mai dopo aver seguito le istruzioni di come usarla? Io ho sempre visto persone
che dalle biciclette cadono proprio perché si sentono che ormai hanno imparato ad