Page 14 - Il grande dizionario della metamedicina
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ABASIA: incapacità totale o parziale di camminare mentre il tono e la forza muscolare, la sensibilità e la coordinazione
restano integre.
Sono forse bloccato dalla paura di andare avanti?
Che cosa mi paralizza?
ABBANDONO :(sentimento e nevrosi dell’abbandono): in psichiatria, il termine «abbandono» è riferito a una rottura,
totale o progressiva, dei legami affettivi che uniscono un individuo alle persone che gli sono care. Può trattarsi del
legame di dipendenza naturale di un bambino verso i suoi genitori, o di quello che si crea in un’amicizia o in una
relazione di coppia.
La rottura del legame può essere violenta, come nel caso della morte improvvisa di una persona amata o di una
partenza inaspettata.
La rottura può essere di ordine affettivo, per esempio nel caso di una mamma che non risponde al pianto del bambino
per scoraggiarlo dal fare capricci, o di una mamma o un papà che si rifiutano di accompagnare il loro bambino o di
essere presenti a qualcosa che per lui riveste grande importanza. Un bambino che non si sente ascoltato, capito,
sostenuto, protetto, che si sente ignorato, rifiutato…
Situazioni di rotture affettive vissute nel passato possono aver fatto nascere un sentimento di abbandono che, a sua
volta, ha generato il timore di essere nuovamente abbandonati, o causato una nevrosi dell’abbandono.
La persona che ne soffre vive con l’angoscia di essere lasciata, cosa che la spinge a essere gelosa e possessiva. Nel
momento in cui l’individuo amato non sopporta più questi comportamenti soffocanti e desidera creare una distanza
per poter «respirare», il sentimento di abbandono viene a galla. La persona ne è sconvolta, pronta a tutto purché
l’altra non si allontani. Dopo aver fatto ricorso a ogni genere di stratagemma (suppliche, pianti, minacce) ed essersi
resa conto che non può trattenere l’amato, piomba nella tristezza, nell’amarezza, perde l’appetito e talvolta anche la
voglia di vivere. Si sente quindi ferita, vittima, priva di valore e cade in depressione.
Per liberarsi da questa nevrosi è fondamentale accogliere il bambino che eravamo in uno dei momenti in cui ha
vissuto questa emozione. Attraverso l’immaginazione si può ritrovare il bambino e vedere l’adulto di oggi entrare in
quella scena per dirgli che non è solo, che è presente e che non l’abbandonerà mai, che sarà per lui quel papà o
quella mamma di cui aveva tanto bisogno, che potrà contare su di lui e che gli darà l’amore che ha tanto atteso dagli
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altri. Si potrà allora vedere il bambino aprirsi alla vita e ritrovare il desiderio di vivere. Vedi anche Depressione.
Mi sono sentito abbandonato?
Da chi?
In quale circostanza?
ABLAZIONE DELLA GHIANDOLA TIROIDEA:vedi anche Ghiandola Tiroidea.
Ho, o avevo, difficoltà nell’affermarmi in ciò che è importante per me?
ABORTO:vedi Gravidanza e suoi problemi.
ACALASIA: vedi Esofago.
ACHILLE (tendine): vedi Tendine d’Achille.
ACIDITÀ GASTRICA: vedi Stomaco.
ACIDO URICO: vedi Artrite gottosa.
ACNE: dermatosi provocata dall’infiammazione dei follicoli piliferi e delle ghiandole sebacee. Spesso è causata da
situazioni in cui si è portati a credere che gli altri non ci vogliano, cosa che spinge poi al rifiuto di se stessi.
→ Acne giovanile del viso: localizzata soprattutto sulla fronte, sulle guance e sul mento.
Frequente negli adolescenti che dubitano di loro stessi, che hanno difficoltà a integrarsi in un gruppo, che temono
il giudizio degli altri. L’adolescenza è il periodo di transizione tra l’infanzia e il mondo adulto. Se alcuni
adolescenti rifiutano l’autorità dei genitori, altri invece faticano a uscire dalla loro sfera d’influenza. Il ragazzo che
soffre di acne può avere la sensazione di non riuscire a essere se stesso, di dover essere ciò che i suoi genitori si
aspettano che sia, ciò che lo pone in una situazione di fragilità nei confronti dei suoi coetanei che considera molto
più emancipati. Ciò può indurlo a provare vergogna e a sprofondare ancora di più nel suo problema.
Questo tipo di acne colpisce anche le persone adulte alle prese con la difficoltà di non poter essere se stesse per il
timore di non piacere o di essere respinte qualora non rispondano alle attese delle persone vicine o del loro
ambiente.