Page 18 - Il grande dizionario della metamedicina
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da adulto che gli faccia credere di non avere abbastanza aria risveglierà questo ricordo depositato nella sua
memoria emozionale e creerà la condizione di panico. Per esempio, attraversare una galleria, entrare in una grotta,
non poter toccare il fondo in una piscina, in un lago o al mare.
Com’è stata la mia nascita?
Ho vissuto un evento traumatico in passato, come un abbandono quando ero piccolo, un ricovero ospedaliero che
mi ha allontanato dalla mia famiglia, il morso di un cane malato di rabbia, un rischio di annegamento o un’altra
situazione in cui avrei avuto molta paura di morire? 2
AIDS:è necessario distinguere la sieropositività dall’AIDS. La sieropositività è il risultato positivo ottenuto da un test
di screening (di cui molti medici ed eminenti studiosi mettono in discussione la validità). Si può benissimo essere
positivi a questo test in un Paese e negativi in un altro. Inoltre, diverse affezioni possono contribuire a dare un
risultato erroneamente positivo. La paura, l’angoscia o le cure possono avere la meglio sul nostro sistema
immunitario e portare a quella sindrome da immunodeficienza acquisita chiamata AIDS.
Non è comunque un caso che una persona si trovi a essere sieropositiva o a sviluppare questa sindrome.
→ Sieropositività:
Devo imparare a sviluppare la mia capacità di giudizio invece di credere a tutto quello che mi viene detto?
Non sarebbe meglio che ascoltassi il mio corpo invece di ascoltare il risultato di un test che molti prestigiosi
ricercatori mettono in dubbio?
→ AIDS: La paura di contrarre questa malattia può comportare un crollo del sistema immunitario. Tuttavia questa
sindrome può anche dipendere da una forma di autodistruzione collegata al senso di colpa di essere vivi. È
intervenendo su questo senso di colpa che si può sperare in una vera guarigione.
Avevo paura di avere questa malattia?
Vivo una forma di autodistruzione perché credo di aver deluso i miei famigliari con la mia nascita o le mie scelte
di vita?
Mi porto dentro un senso di colpa per il fatto di essere vivo, perché credo di aver causato la sofferenza, o
preoccupazioni ai miei famigliari?
Ho veramente detto «SÌ» alla vita?
Questo «sì» alla vita è stato molto importante per Daniel. Quando l’ho incontrato i medici gli avevano dato tre mesi
di vita. Daniel era in una fase di totale autodistruzione. Nell’adolescenza, divenuto consapevole di essere attratto dai
ragazzi, aveva sentito i suoi genitori dire: «Gli omosessuali andrebbero messi in un campo di concentramento!»
Durante un consulto Daniel mi ha detto: «Mi sono messo io in un campo di concentramento perché voglio
distruggermi!» Abbiamo fatto un bellissimo lavoro sulla liberazione delle emozioni per far sì che riuscisse a
concedersi il diritto di vivere un’esperienza diversa da quella prospettatagli dai genitori. Dopo quel lavoro, Daniel
ha riacquistato del tutto le forze ed è guarito dalle sue pneumopatie. Non avendo però smesso le cure, dopo qualche
tempo era arrivato a un punto tale di debolezza fisica da non avere più la forza di alzarsi dal letto. Allora gli sono
tornate in mente le mie parole: «Tu vuoi vivere?» Con le poche forze che gli rimanevano Daniel ha urlato: «Sì, sì,
voglio vivere!» Questo gli ha dato l’energia per uscire dal letto e prendersi cura di sé, ma soprattutto gli ha dato la
forza di credere che poteva farcela. Daniel ha creato in seguito una fiorente azienda e oggi, diciassette anni dopo, è
ancora vivo.
ALBINISMO:vedi Depigmentazione.
ALCOLISMO:si tratta più di una dipendenza dall’alcol che del semplice fatto di bere alcolici o di ubriacarsi. La persona
sente continuamente il desiderio di bere e non riesce a reprimere il bisogno di consumare alcolici. Pur di
procurarsene, potrà far ricorso alla menzogna, all’inganno, al furto ecc. L’alcolista non possiede più il dominio della
propria vita, è schiavo delle proprie pulsioni che lo spingono a volersi ubriacare.
Inizialmente il consumo di alcolici può servire a far dimenticare la sofferenza, ad annegare i dispiaceri, a far
sparire quel mondo che ci circonda e che non riusciamo ad accettare. In seguito, l’autodistruzione a cui conduce
questo abuso alimenta il rancore che nutriamo verso la persona che riteniamo responsabile della nostra sofferenza,
che può essere uno dei nostri genitori, un partner o colui che ci ha abbandonato.
Possiamo anche sprofondare nell’alcolismo per senso di colpa: di vivere, di aver ferito o ucciso involontariamente
qualcuno, di aver deluso una o più persone care.
Qual è l’avvenimento o la situazione che mi ha portato a voler annegare le mie emozioni nell’alcol o a volermi
autodistruggere?
ALESSIA:incapacità di riconoscere le parole scritte, con conseguenti difficoltà o impossibilità a leggere un testo. Vedi
anche Dislessia.
A quale ricordo può ricondurmi la scrittura o ciò che è scritto?