Page 9 - Il grande dizionario della metamedicina
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ragione in tutto il libro si trovano parole come: forse, è possibile, molto spesso, in generale… Accanto a queste vi
sono poi domande basate sulle chiavi che ho scoperto nel corso di colloqui, riflessioni e meditazioni sulle cause
psicosomatiche dei malesseri e delle malattie.
Ho riflettuto a lungo sulla maggior parte delle domande perché fossero il più precise possibile, ma sono sempre
consapevole del fatto che ci sono altre possibilità e che, benché questo lavoro sia il frutto di venticinque anni di
ricerche, il processo di scoperta è infinito.
Tutte le storie qui illustrate sono autentiche e sono il risultato di venticinque anni di lavoro attraverso vari continenti.
Sono presentate in maniera concisa per favorire la memorizzazione dell’argomento affrontato.
Questo libro permette due modalità di lettura: una completa e approfondita e una rapida. Quest’ultima offre tutte le
chiavi essenziali per poter formulare in fretta una domanda senza avere bisogno di leggere l’intero testo. Per
usufruire della modalità rapida basta leggere tutte le parole scritte in neretto. Ho concepito questo modo di lettura
veloce per aiutare soprattutto i medici, i terapeuti e gli infermieri che hanno poco tempo a disposizione quando
incontrano un paziente. Dando una scorsa veloce al testo è così possibile avere un’idea più che precisa del
messaggio psicosomatico della malattia in questione.
Cosa fare se la domanda è giusta e la risposta è sì?
Mentre stavo apportando le ultime correzioni al manoscritto sono dovuta tornare a occuparmi delle micosi. La notte
precedente il giorno previsto per riprendere a lavorare sull’argomento ho sentito un dolore accompagnato da prurito
alle dita del piede destro. L’indomani mattina le dita erano arrossate, gonfie, doloranti e mi prudevano molto. Non
solo: la pelle sotto il quarto dito era screpolata e spellata. Che mi fossi presa «il batterio mangiatore di carne» per
trovarmi con un dito in quello stato? All’inizio pensai di essere stata punta da un insetto, visto che qualche giorno
prima avevo sentito qualcosa mentre camminavo sull’erba. Sapevo che il mio corpo aveva prodotto una grande
quantità di istamina e che mi serviva un antistaminico. Mi recai allora alla clinica del paese dove abitavo durante
l’inverno. Là incontrai un medico gentilissimo che si prese il tempo necessario per auscultarmi e prescrivermi degli
antinfiammatori che agivano anche contro il veleno. Tornata a casa, osservai il piede e lo trovai strano: sembrava un
piede d’atleta, affezione che non avevo mai avuto prima.
Avevo sempre creduto che il piede d’atleta fosse una dermatite e non l’avevo mai associato a una micosi. Ciò mi
permise di approfondire l’argomento che dovevo per l’appunto scrivere. Accantonai tutto quello che avevo
imparato, cioè che il piede d’atleta è un’infezione prodotta da un fungo microscopico che si contrae negli ambienti
umidi.
Scelsi invece di ascoltare ciò che quella malattia voleva dirmi e feci ricorso alle chiavi della Metamedicina che
utilizzavo e insegnavo da anni. I piedi servono per avanzare. La pelle riguarda i nostri contatti con gli altri. La pelle
che si spacca può essere espressione di tristezza e l’infiammazione una fase di riparazione relativa a un turbamento.
Ma quale turbamento riguardante il fatto di avanzare avevo mai vissuto che potesse generarmi tristezza? Poco prima
che comparisse il piede d’atleta, io e il mio compagno avevamo deciso di stare lontani per un periodo per ritrovare
noi stessi. Nel momento in cui lui se ne andò, mi si intorpidì il quarto dito del piede. Sapevo a cos’erano collegati
quel dito e quel sintomo, dunque capivo che volevo rendermi insensibile alla sua partenza.
Riflettendo dunque sul piede d’atleta ne compresi il significato. Nella micosi ci sono funghi microscopici, e i funghi
si sviluppano su materie organiche in decomposizione. Ora, se abbiamo delle micosi, ciò può essere dovuto a una
parte di noi che non vuole più vivere in certe condizioni o in assenza di una persona cara. I piedi servono per andare
avanti.
Il mio piede d’atleta al quarto dito (quello che riguarda le unioni) esprimeva le sensazioni che provavo, riassumibili
in: «Mi fa troppo male andare avanti senza di lui…»
Dopo la presa di coscienza, come guarire?
A quel punto, ho parlato al mio piede e gli ho detto: «Capisco la tristezza di essere lontano dall’uomo che ami, ma
questa distanza, vedi, ti ha permesso di capire quanto davvero tieni a lui. E lui aveva bisogno di ritrovarsi con se
stesso per fare il punto, per darsi quell’amore che si aspettava da te. Questa situazione è temporanea, presto vi
ritroverete, e allora sarà solo per condividere un periodo migliore. Dunque ti ringrazio, ho capito il tuo messaggio e
adesso puoi guarire».
Una volta compreso il messaggio, il nostro corpo a volte può avere ugualmente bisogno di cure.
La mattina seguente la mia collaboratrice domestica, vedendo che camminavo sui talloni, mi parlò di una pianta
particolarmente benefica per tutto quel che riguarda piaghe con infiammazioni. Mandò il giardiniere a prenderla. Si
trattava dell’Aloe vera. Dopo aver tolto la pellicina dalle foglie mi applicò la polpa fresca sul piede. Questo
produsse, nei minuti successivi, un effetto sorprendente. Il prurito cessò e nei giorni seguenti il mio piede guarì
completamente. Ho dovuto prendere solo tre antinfiammatori che mi erano stati prescritti dal medico.
Ho usato questo esempio per permettere di osservare i diversi fattori che hanno concorso alla guarigione di quel
piede d’atleta tra cui il medico che mi ha ascoltato, che si è preso il tempo necessario per osservare il mio disturbo
e mi ha elargito il meglio del suo sapere per prescrivermi il farmaco più idoneo.