Page 56 - Come vivere più a lungo
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Eijkman pensò che avrebbe potuto isolare dalla crusca del riso una sostanza

          protettiva contro il beri-beri. All'inizio pensò che qualche sostanza nella crusca
          agisse da antidoto a una tossina che si presumeva fosse presente nel riso brilla-
          to; ma nel 1907, con il suo collaboratore Gerrit Grijns, giunse alla conclusione
          che la crusca contiene  una sostanza nutritiva  che è necessaria per uno stato di
          buona salute.


              Nel frattempo, un certo numero di ricercatori aveva studiato il valore nutri-
          tivo  del cibo. Dai loro studi emergeva che, per il mantenimento della salute,
          sono necessari alcuni minerali (i composti di sodio, potassio, ferro, rame e altri
          metalli),   tanto   quanto   le  proteine,   i   carboidrati   e   i   grassi.   Nel   1881,   il
          biochimico svizzero Lunin scoprì che i topi morivano quando li si alimentava

          con una  mistura  di proteine,  carboidrati,  grassi e minerali  depurati mentre,
          quando venivano  alimentati secondo la stessa dieta, a cui si aggiungeva però
          del latte, sopravvivevano. Egli concluse: «Un cibo naturale come il latte deve

          pertanto contenere, oltre agli ingredienti principali che sono noti, piccole quan-
          tità di sostanze sconosciute essenziali alla vita». Osservazioni simili furono fat-
          te nello  stesso laboratorio  di Basilea dieci anni dopo da un altro biochimico
          svizzero, Socin, che scoprì come piccole quantità sia di tuorlo d'uovo sia di lat-

          te, in aggiunta a una  dieta depurata, fossero sufficienti a mantenere i topi in
          buona salute. Fra il 1905 e il 1912 il biochimico  inglese F. Gowland Hopkins
          procedette in questi stessi studi sui topi. I suoi risultati vennero annunciati nel

          1911 ed egli li pubblicò dettagliatamente nel 1912. Nel 1929 condivise  il pre-
          mio Nobel con Eijkman.

              Nel 1911, Casimir Funk, un biochimico  polacco che lavorava presso l'Isti-
          tuto Lister di Londra, pubblicò le sue teorie sulle vitamine, basate sul riesame
          da lui fatto dei risultati ottenuti dagli studi su tutte le malattie derivanti da un'a-

          limentazione  carente. Egli affermò che quattro sostanze sono presenti nei cibi
          naturali e che esse servono a proteggere contro quattro malattie: il beri-beri, lo
          scorbuto, la  pellagra  e il  rachitismo.  Funk coniò  la parola inglese  vitamine,
          composta dal termine latino vita e dal termine chimico amine (amina), membro
          di una classe di composti di azoto che include, naturalmente, gli aminoacidi. In

          seguito, quando si scoprì che alcune di queste sostanze essenziali non contene-

          vano azoto, la parola fu cambiata in  vitamin (in inglese da vitamine si passò
          dunque definitivamente a vitamin per escludere il suffisso amine. N.d,T.).
              Nel frattempo, il ricercatore americano E. V. McCollum  stava studiando i
          fattori nutritivi  all'università del Wisconsin.


              Insieme con i suoi collaboratori, nel 1913 riferì dell'esigenza di due fattori
          alimentari «necessari», uno  solubile  nei grassi e l'altro nell'acqua. Nel_ 1915
          egli li chiamò «liposolubile A» e « idrosolubile B». Ciò fu l'inizio della nomen-
          clatura moderna concernente le vitamine. La vitamina che previene lo scorbuto
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