Page 244 - Come vivere più a lungo
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detto che alla base si questa dichiarazione decisamente negativa vi fossero due
articoli che erano stati pubblicati quel giorno stesso sul Journal of the Ameri-
can Medical Association (Karlowski e colleghi, 1975; Dykes e Meier, 1975).
Karlowski e i suoi colleghi avevano fatto una ricerca sull'acido ascorbico in re-
lazione al raffreddore comune, utilizzando quali soggetti gli impiegati dei Na-
tional Institutes of Health.
L'articolo di Dykes e Meier era una rassegna di alcune altre ricerche. I risul-
tati osservati da Ritzel (1961), Sabiston e Radomski (1974) e da alcuni altri ri-
cercatori non vi erano, comunque, presentati.
Nonostante l'incompletezza dei riferimenti, Dykes e Meier concludevano
dicendo che le ricerche sembravano indicare che la vitamina C diminuisse il di-
sagio che accompagna il raffreddore comune, anche se, secondo loro, l'effetto
protettivo potrebbe non essere così forte da avere importanza dal punto di vista
clinico. Di conseguenza, la rassegna dei dati disponibili non forniva alcuna
base alla dichiarazione dell'AMA che la vitamina C non previene o guarisce il
raffreddore comune.
Al fine di presentare ai lettori del Journal of the American Medicail Asso-
ciation (JAMA) un resoconto di tutti i dati disponibili, preparai immediatamen-
te un'analisi breve ma approfondita di tredici prove controllate, che presentai al
curatore della rivista il 19 marzo. Essa mi fu restituita ben due volte, accompa-
gnata da suggerimenti per alcuni approfondimenti secondari, che io apportai.
Alla fine, il 24 settembre, sei mesi dopo la presentazione dell'articolo, il curato-
re mi scrisse dicendomi che esso non era del tutto convincente e che aveva de-
ciso di rifiutarlo e di non pubblicarlo su JAMA. In seguito fu pubblicato su Me-
dical Tribune (Pauling, 1976b).
A mio giudizio, non è molto corretto che il curatore di JAMA (o di qualsiasi
altro giornale) segua la politica di pubblicare soltanto gli articoli che sostengo-
no uno dei vari punti di vista in gioco su una questione medica o scientifica, e
che interferisca nella discussione della questione, trattenendo un articolo per
sei mesi, durante i quali, per consuetudine, il documento non può essere pre-
sentato a un'altra rivista.
Non è questo l'unico esempio di un comportamento di questo tipo da parte
della redazione di JAMA. La relazione di Herbert e Jacobs, nella quale si affer-
mava che la vitamina C presa durante i pasti distrugge la vitamina B contenu-
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ta nel cibo e può provocare una grave malattia, simile all'anemia perniciosa, è
stata pubblicata da JAMA (vedi capitolo 9). Quando Newmark e i suoi collabo-
ratori scoprirono che tale affermazione non poteva essere confermata e che, in
realtà, la vitamina C non distrugge la vitamina B del cibo, inviarono la loro
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relazione alla redazione di JAMA, evidentemente la sede giusta in cui pubblica-
re la rettifica. La rivista trattenne tale relazione per sei mesi e poi si rifiutò di