Page 243 - Come vivere più a lungo
P. 243
altro, la ricerca di Cowan, Diehl e Baker soddisfacesse sicuramente tutte le
condizioni da lui esposte. Conclusi chiedendo a Medical Letter di pubblicare la
mia lettera.
Ciò non fu fatto; invece, il 28 maggio 1971, Medical Letter pubblicò un se-
condo articolo dal titolo «Vitamin C - Were the Trials Well Controlied and Are
Large Doses Safe?» Questo articolo sosteneva che la ricerca di Cowan, Diehl e
Baker doveva essere rifiutata perché non era a doppio cieco (sebbene Cowan
stesso mi avesse scritto in una lettera che avrebbe potuto benissimo essere
definita tale) e perché l'assegnazione dei soggetti al gruppo dell'acido ascorbico
e a quello del placebo non era stata casuale (sebbene i ricercatori descrivessero
nella relazione il loro metodo di casualità).
La ricerca di Ritzel veniva attaccata per la banale ragione che egli non ave-
va fornito età e sesso dei soggetti. In realtà, la sua relazione indicava che i sog-
getti erano tutti studenti (in una lettera, Ritzel mi precisò che erano tutti ma-
schi, di età compresa tra i quindici e i diciassette anni). L'articolo aveva anche
sollevato la questione, senza peraltro offrire alcuna prova, della possibile for-
mazione di calcoli renali.
La debolezza degli argomenti avanzati da Medical Letter e da alcuni altri
critici ha spinto il medico canadese dottor Abram Hoffer a fare il seguente
commento (1971): «[Questi critici] usano due logiche diverse. Per essere di-
sposti a prendere in considerazione l'ipotesi del dottor Pauling, chiedono le
prove più rigorose; quando invece combattono le sue idee, parlano della tossic-
ità dell'acido ascorbico in base alle prove più inconsistenti».
Naturalmente i profani vengono tratti in inganno da simili affermazioni
fuorvianti. In un articolo del Reader's Digest (Ross, 1971) del tutto inattendibi-
le c'è la seguente frase: «Ma alcuni di questi pazienti [che avevano preso da
4000 a 10.000 mg. di vitamina C al giorno] avevano sviluppato calcoli renali».
La mia richiesta al Reader's Digest e all'autore dell'articolo di fornirmi la bi-
bliografia della letteratura medica relativa a questi pazienti non ha dato risulta-
ti. Medical Letter non parlava di pazienti reali nei quali l'acido ascorbico aveva
provocato la formazione di calcoli renali, ma aveva soltanto citato tale possibi-
lità.
Per molti anni la posizione dell'American Medicai Association (AMA),
espressa in particolar modo dal dottor Philip L. White, suo principale portavoce
per la salute e la nutrizione, è stata quella di affermare che la vitamina C non
ha efficacia nella prevenzione o nel trattamento del raffreddore comune o di al-
tre malattie (White, 1975).
Il 10 marzo 1975 l’AMA ha rilasciato alla stampa una dichiarazione dal ti-
tolo: «La vitamina C non previene né guarisce il raffreddore comune». Venne