Page 241 - Come vivere più a lungo
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di alcuni ricercatori, secondo quanto abbiamo appena riferito, e dalle  opinioni

          mediche   prevalenti,  e   che   sia   stato   questo   pregiudizio   a  provocare  tanta
          superficialità nel suo editoriale.

              Anche dopo la pubblicazione di Vitamin C and the Common Cold (7 dicem-
          bre 1970), quando i dati probanti  furono  portati con chiarezza  all'attenzione
          delle autorità mediche, queste continuarono a negarne l'esistenza. Questo rifiu-

          to fu talvolta accompagnato da affermazioni che contraddicevano o fraintende-
          vano i fatti.

              Il dottor Charles C. Edwards, capo della U.S. Food and Drug Administra-
          tion (FDA), fu fra le autorità che negavano questi dati.

              Il 18 dicembre 1970 il commissario  Edwards mi telefonò  chiedendomi di
          andare a Washington per conferire sull'argomento con la FDA. Io acconsentii,
          e suggerii che prima dell'incontro si chiarissero alcune questioni per lettera. Il

          giorno successivo, come fu riportato da un dispaccio della United Press Inter-
          national a cura di Craig. A. Palmer e pubblicato su molti giornali, egli convocò
          i giornalisti per comunicare loro che l'assalto alle farmacie per acquistare la vi-

          tamina  C dopo la pubblicazione  del mio  libro era «ridicolo» e affermò: «Non
          esistono  prove scientifiche,  e non sono  mai  nemmeno  state  svolte  ricerche
          scientifiche significative  che indichino che la vitamina  C sia in grado di preve-
          nire o di guarire i raffreddori».

              Scrissi parecchie lettere al commissario Edwards, chiedendogli di spiegare

          come  poteva conciliare  questa  affermazione  con i dati probanti riportati  nel
          mio libro, specialmente con i risultati ottenuti da Ritzel. Nelle sue risposte, che
          includevano il materiale del dottor Allan L. Forbes, vicedirettore della Divisio -
          ne di Nutrizione della FDA, egli fece parecchi commenti  critici sul lavoro di

          Ritzel e degli  altri ricercatori citati nel mio libro. Comunque, egli concludeva
          dicendo che Ritzel presentava quelli che sembravano essere dei dati significati-
          vi.

              Con i «chiarimenti» portati avanti il più possibile, per corrispondenza, nel
          giugno 1971 scrissi al commissario Edwards dicendogli che sarei andato a Wa-

          shington per l'incontro, subito o in una data per lui conveniente. Egli  ritirò il
          suo invito e l'incontro non ebbe mai luogo.
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