Page 239 - Come vivere più a lungo
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dandogli  su  quali  ricerche   pubblicate  si  fosse   basato   per  fare   le  sue   af-

          fermazioni. Rispose che lui era ginecologo e che ne sapeva poco di malattie in-
          fettive; le sue affermazioni  erano basate su informazioni  dategli per telefono
          dal suo vecchio professore, il dottor F. J. Stare. Questo medico si era fidato di
          una  personalità  che,  come  molti  membri  dell’establishment  medico,  aveva
          ignorato le prove in numero sempre maggiore a favore del trattamento del raf-

          freddore comune con la vitamina C.

              Tra gli stessi ricercatori medici, alcuni non hanno saputo analizzare le loro
          osservazioni  in modo valido  e agire  in conformità ai propri risultati. Cowan,
          Diehl e Baker (1942) ne sono un esempio. Nel corso della loro accurata ricerca,
          questi medici osservarono che l'incidenza di raffreddori nel gruppo che assu-

          meva l'acido ascorbico (rispetto al gruppo che assumeva il placebo) era dimi-
          nuita del 15 per cento e la gravità della malattia del 19 per cento (capitolo 12).
          Statisticamente  questi dati sono  significativi  e non devono  essere ignorati.

          Nondimeno, Cowan, Diehl e Baker li ignorarono. Nel sommario della loro rela-
          zione, che è l'unica parte letta dalla maggioranza dei lettori del Journal of the
          American Medical Assotiation, non citarono i risultati di questa indagine.  Il
          loro sommario  consisteva  in  un'unica  frase: «Questa ricerca  controllata  non

          fornisce alcuna indicazione sul fatto che sia grandi dosi di vitamina C sia gran-
          di dosi delle vitamine A, B , B , C, D e dell'acido nicotinico  abbiano un qual-
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          siasi effetto importante sul numero o sulla gravità delle infezioni del tratto su-
          periore  delle  vie  respiratorie, quando tali vitamine  vengono  somministrate a
          giovani  adulti,  i quali,  presumibilmente,  seguono  una dieta ragionevolmente
          adeguata».

              Secondo me, questa affermazione è scorretta. I soggetti trattati con vitamina
          C ebbero soltanto il 69 per cento di invalidità da raffreddore comune (valutata

          in giorni di malattia per soggetto, cioè prendendo il numero di raffreddori per
          soggetto e moltiplicandolo  per i giorni di malattia causati dal raffreddore) ri-
          spetto ai soggetti sottoposti a trattamento con placebo. Certamente la diminu-
          zione dell'incidenza del 15 per cento e quella della gravità della malattia del 19
          per cento sono effetti importanti. L'unica spiegazione del modo con cui Cowan,

          Diehl e Baker hanno steso il loro sommario è che non hanno considerato come
          importanti gli effetti osservati;  sicuramente, però, la maggior parte della gente
          considererà importante  riuscire  a ridurre di circa un terzo il numero dei suoi

          raffreddori. Nel 1970, in una lettera al New York Times, Diehl ha affermato che
          né lui  né i suoi collaboratori avevano ottenuto  risultati positivi.  In risposta a
          quella  lettera osservai che il dottor Diehl e io eravamo d'accordo sui fatti, ma
          dissentivamo  sulla  parola e importante», e che Cowan, Diehl e Baker avevano

          commesso un errore di giudizio  omettendo di citare nel loro riassunto l'effetto
          protettivo, statisticamente significativo, dell'acido ascorbico nei confronti del
          raffreddore comune, pur avendolo riscontrato.
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