Page 162 - Come vivere più a lungo
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«Più di tre anni fa sono circolate delle voci su un nuovo e interessante trat-

          tamento dei pazienti  affetti da disturbi circolatori. È stato detto che esso era
          stato scoperto da certi ricercatori di London, nel Canada. Si sosteneva che forti
          dosi di vitamina E, o alfa-tocoferolo, potevano produrre una notevole ripresa in
          pazienti affetti da una varietà di disturbi cardiovascolari che non avevano tratto
          vantaggio  da terapie più ortodosse... Il primo annuncio  di una possibile  effica-

          cia dell'alfa-tocoferil acetato nei casi di disturbi coronarici comparve in una let-
          tera, firmata da A. Vogelsang. ed E. V. Shute, su Nature (1946, 157:772).

              Successivamente comparve una serie di articoli  su Medicai Record («Sur-
          gery, Gynecology and Obstetrics, 1948, 86:1) secondo cui rispondevano  alla
          terapia con la vitamina  E le ulcere varicose, la tromboflebite, la cancrena pre-

          coce delle estremità, la tromboangioite  obliterante e la trombosi cerebrale. La
          segnalazione più recente di una malattia che risponde bene alla vitamina  E ri-
          guarda il  diabete, secondo quanto  riferisce  Vogelsang,  dello  Shute  Institute

          (Medical Record,  1948, 161:363;  Journal of  Clinical Endocrinology,  1944,
          8:883).

              [...] La stampa non specializzata  ha già  dedicato un considerevole  spazio
          alle pretese virtù della vitamina E. [...] È da deplorarsi che le speranze di coloro
          che soffrono di disturbi cardiaci e di altre patologie cardiovascolari, così come

          quelle  degli innumerevoli  diabetici, debbano essere falsamente suscitate da un
          entusiasmo incontrollato.».

              Questo atteggiamento scettico e poco costruttivo è persistito  invariato per
          trentacinque anni. Nel 1977 la più alta autorità statunitense in campo nutrizio-
          nale (legata però ai vecchi schemi), e cioè il dottor Jean Mayer, presidente del-

          la Tufts University, ha affermato: «Data la varietà dei segni di carenza in diver-
          si animali,  si è provato a somministrare enormi dosi di vitamina  E in un gran
          numero di malattie umane, dall'aborto ripetuto ai disturbi cardiaci e alla distro-
          fia muscolare. Gli esperimenti non furono un successo. Pertanto i medici sono

          tornati sulla  vecchia  posizione, secondo cui la vitamina  E ci è necessaria, ma
          solo  in  quantità  moderate» (Mayer,  1977). Mayer prosegue  definendo  una
          «moda» l'uso, che fui io a inaugurare, di grandi quantità di vitamina C contro il

          comune raffreddore, e suggerisce di non prenderne mai più della RGR, citando
          parecchie delle argomentazioni ingannevoli esaminate nel capitolo 27.

              Non si ha notizia  di effetti collaterali negativi seguiti all'assunzione di dosi
          elevate di vitamina  E. Sotto questo aspetto, essa differisce dai vari farmaci,
          come l'aspirina  (per citarne uno dei meno pericolosi),  che sono diffusamente

          usati nel trattamento delle malattie per le quali gli Shute sostengono l'efficacia
          della vitamina E.

              Il fatto che la vitamina E sia priva di pericoli e che gli Shute ne affermino
          l'efficacia nel trattamento delle malattie coronariche e in parecchie altre patolo-
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