Page 161 - Come vivere più a lungo
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molti altri medici, specie intorno all'anno 1948, e da allora, per trentasette anni,

          la posizione presa da quasi tutte le autorità mediche è stata che la vitamina E in
          dosi superiori alla  RGR di 10 UI non provoca miglioramenti  nella  salute né
          previene o tiene sotto controllo le malattie. Sono convinto che le autorità siano
          in errore per quanto riguarda alla vitamina  E, così, come lo sono state riguardo
          alla vitamina C.


              Quando nel 1936 la vitamina  E fu isolata dal germe di frumento, si trovò
          che essa è una miscela di varie sostanze simili,  che furono chiamate alfa-toco-
          ferolo, beta-tocoferolo, gamma-tocoferolo, delta-tocoferolo e così via. Ciascu-
          na di queste sostanze si può presentare nella forma d o nella forma l; tutte han-
          no un'attività  biologica  e un potere antiossidante, ma in quantità diverse. Le

          capsule di vitamina E contengono spesso il dl-alfa-tocoferil acetato puro, di cui
          1 mg. equivale a 1 UI. Possono però contenere un miscuglio di tocoferoli o dei
          loro esteri, in quantità relative tali da dare l'effetto biologico corrispondente al

          numero di UI scritto sull'etichetta. I diversi effetti biologici e antiossidanti non
          si equivalgono affatto da un tocoferolo all'altro, così che il numero delle UI co-
          stituisce solo una misura approssimativa  dell'attività  di tale vitamina.  Wilfrid
          Shute raccomandò l'uso dell'alfa-tocoferolo (o alfa-tocoferil acetato) per tenere

          sotto controllo i disturbi cardiaci; probabilmente, però, gli altri tocoferoli, presi
          nella stessa dose (misurata in UI), hanno essenzialmente la stessa efficacia.

              Le attività dei diversi tocoferoli presenti nella  vitamina E sono state deter-
          minate attraverso ricerche effettuate sugli animali,  riguardanti in particolare la
          loro efficacia nel permettere una normale riproduzione nei ratti.

              La vitamina  E pura è un olio, praticamente insolubile  in acqua ma solubile

          in oli e in grassi. La si trova in molti cibi (burro, oli vegetali, margarina, uova,
          frutta e verdura). Nel 1956 si scoprì che pazienti di un ospedale che da parec-
          chi anni seguivano  una dieta contenente solo 3 UI di vitamina  E mostravano
          una  maggiore  fragilità  dei globuli  rossi, causata dall'ossidazione degli  acidi

          grassi insaturi contenuti nella membrana cellulare. La vitamina E funge da anti-
          ossidante e previene l'ossidazione o la annulla, ossidandosi essa stessa. La vita-
          mina C, anch'essa un antiossidante, può riportare la vitamina  E al suo stato ori-

          ginario.
              Una dieta ricca di acidi grassi insaturi, soprattutto quelli polinsaturi, può di-

          struggere il rifornimento di vitamina  E dell'organismo e causare lesioni musco-
          lari e cerebrali, come pure degenerazione dei vasi sanguigni.  Si deve stare at-
          tenti a non includere nella dieta una quantità eccessiva di oli polinsaturi senza

          un corrispondente aumento di vitamina E.
              Nel 1950 il Council on Pharmacy and Chemistry (Consiglio  di Farmacia e

          Chimica) della Associazione Medica Americana ha pubblicato un rapporto sul-
          la vitamina E, in cui comparivano le seguenti dichiarazioni:
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