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no forniti da Turley, West e Horton, 1976). Questa conversione implica delle
reazioni di idrossilazione, che richiedono generalmente dell'ascorbato.
Una buona dose di vitamina C presa prima della colazione del mattino può
fungere da lassativo, accelerando l'eliminazione del materiale di scarto dagli in-
testini, e diminuendo pertanto il riassorbimento degli acidi biliari e la loro ri-
conversione in colesterolo. Probabilmente, anche una dieta ricca di fibre è utile
per la stessa ragione.
La scoperta che un alto livello di HDL aiuta a prevenire i disturbi cardiova-
scolari risale a molto tempo fa (Darr, Russ ed Eder, 1951), ed è stata conferma-
ta da molte ricerche recenti, come la Tromso Heart Study condotta in Norvegia
(Miller e colleghi, 1977) e una ricerca fatta alle Hawaii (Rhoads, Gullrandsen e
Kagan, 1976). Numerose altre ricerche recenti hanno confermato che un au-
mento nella quantità di vitamina C ingerita innalza il livello dell'HDL (Bates,
Mandai e Cole, 1977; Harte e colleghi, 1984; Glover, Koh e Trout, 1984).
Già nel 1947 I. A. Myasnikova riferiva in una sua ricerca che era possibile
abbassare le concentrazioni di colesterolo nel siero umano, aumentando l'ap-
porto di vitamina C. Ginter, in una ricerca su pazienti che avevano un livello
iniziale medio di colesterolo nel plasma di 263 mg. per decilitro, trovò che la
somministrazione di 1 g. di vitamina C al giorno aveva l'effetto, nell'arco di tre
mesi, di ridurre in media tale livello del 10 per cento e di ridurre quello dei tri-
gliceridi del 40 per cento (Ginter, 1977). In una ricerca su pazienti con un livel-
lo medio iniziale di colesterolo di 312 mg. per decilitro, la somministrazione di
3 g. di vitamina C per tre settimane provocò una diminuzione del livello del co-
lesterolo pari al 18 per cento e dei trigliceridi pari al 12 per cento (Fidanza, Au-
disio e Mastrovacovo, 1982).
Un modesto cambiamento, invece, viene osservato in uomini e donne con
valori di colesterolo bassi o normali, da 132 a 176 mg. per decilitro, in seguito
alla somministrazione di 1 o 3 g. di vitamina C al giorno per un periodo da
quattro a dodici settimane (Johnson e Obenshein, 1981; Kahn e Seedarnee,
1981; Elliott, 1982). La spiegazione di questa differenza è stata analizzata da
Ginter in una ricerca su 280 soggetti di ambo i sessi, divisi in quattordici grup-
pi in base al livello iniziale di colesterolo (Ginter, 1982). Somministrando ai
soggetti da 300 a 1000 mg. di vitamina C, i loro livelli medi di colesterolo su-
birono variazioni comprese tra +5 e -19 per cento, come mostra l'illustrazione a
pagina 175; la retta corrisponde alla linea di regressione lineare riportata da
Ginter. La sua conclusione, che coincide con quella di altri ricercatori, è che la
vitamina C ha un effetto modesto sul livello di colesterolo nell'escursione dei
valori normali, all'incirca sotto i 200 mg. per decilitro, ma ha un forte effetto
sui livelli alti, che fa diminuire dal 10 al 20 per cento.
Se accettiamo le dichiarazioni del 1984 dei National Institues of Health, se-