Page 155 - Come vivere più a lungo
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zione è rimasta immutata, e i clinici non sono convinti dell'efficacia...
Intanto l'industria degli oli e delle varie salse pubblicizza i propri prodotti
con dichiarazioni e promesse tali da far apparire quegli elementi simili a farma-
ci. Irrita la sicumera degli scienziati che pretendono di essere autorità in mate-
ria».
L'autore ricorda come, negli anni Cinquanta, entusiasti del concetto dieta-
cuore esercitassero pressioni sui medici, che, come egli afferma: «... furono
sommersi da questo assalto, che li aggrediva sia nelle loro sale d'aspetto sia
nelle pagine delle loro riviste professionali. Il suggerimento di una dieta povera
di grassi e di colesterolo divenne un consiglio altrettanto automatico, nel corso
del loro trattamento, di un cortese cenno di saluto quando il paziente se ne an-
dava».
Nel suo articolo del 1976 «È vero quello che dicono sul colesterolo?», il
dottor Mark D. Altschule discuteva l'ipotesi che l'ingerire cibi, come le uova,
contenenti colesterolo, aumenti il rischio di disturbi cardiaci. Egli scriveva:
«Oggi una spaventosa quantità di potenti organizzazioni, pubbliche e private,
emette dichiarazioni che asseriscono o implicano la verità di tale ipotesi». Al-
tschule proseguiva discutendo otto esperimenti clinici effettuati negli Stati Uni-
ti, in Inghilterra e in Scandinavia, pubblicati tra il 1965 e il 1972.
La maggior parte di tali ricerche non riuscì a dimostrare che un cambiamen-
to nella quantità di colesterolo nella dieta avesse un effetto significativo sull'in-
cidenza delle malattie cardiache.
Questo e altri risultati simili hanno spinto Mann e altri a concludere che la
grande importanza data all'apporto di grassi e di colesterolo durante gli ultimi
trent'anni è stata fuorviante e inutile. La via è ormai sgombra per il riconosci-
mento dell'importanza del lavoro di John Yudkin e di coloro che hanno preso
per buona la sua tesi (capitolo 6) che è stato l'aumento del consumo di saccaro-
sio a causare la diffusione pandemica dei disturbi cardiaci e circolatori nei pro-
sperosi paesi industrializzati del mondo.
Insieme con la riduzione del saccarosio nella dieta, vi è un'altra misura che
tutti possono adottare per ridurre il rischio di malattie cardiache provocate da
un alto livello di colesterolo nel sangue: si tratta dell'assunzione di vitamina C
supplementare. Aumentando l'apporto di vitamina C si ottiene una diminuzione
del colesterolo totale, del colesterolo LDL, dei trigliceridi e un aumento del co-
lesterolo HDL; tutti modi per accrescere le difese contro le malattie cardiache.
Il tasso di colesterolo totale dipende dalla vitamina C in vario modo. Ginter
(1973), in Cecoslovacchia, ha mostrato che un'alta dose di vitamina C aumenta
il tasso di rimozione del colesterolo dal sangue attraverso la sua conversione in
acidi biliari, che vengono escreti con la bile nell'intestino (ulteriori dati vengo-