Page 166 - Come vivere più a lungo
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cato  vari articoli  riguardanti  il  successo  da lui  ottenuto  nel  trattamento  di

          coaguli sanguigni  (tromboembolie e tromboflebiti) con la vitamina E (Ochsner,
          DeBakey e DeCamp, JAMA 144 [1950]:831; Ochsner, New England Journal
          of Medicine 271 [19641:4). Ochsner afferma: «A tutti i pazienti [chirurgici]  in
          cui si può sviluppare una flebotrombosi [un coagulo in una vena], per parecchi
          anni abbiamo prescritto di routine 100 UI di alfa-tocoferolo  (vitamina  E), tre

          volte al giorno, finché  il paziente era diventato ambulatoriale. [...] L'alfa-toco-
          ferolo è un potente inibitore della trombina [fattore di coagulazione del sangue]
          che non produce tendenza all'emorragia [mentre un anticoagulante tende a pro-

          durla] e perciò costituisce una profilassi sicura contro la trombosi venosa».
              Un'altra testimonianza  venne ignorata da  Consumer Reports.  Si tratta del

          lavoro del dottor Knut Haeger del reparto di chirurgia dell'Ospedale di Malmo,
          in Svezia, che descriveva le sue osservazioni su 227 pazienti con occlusione
          periferica a carico delle arterie (1968). Di questi pazienti,  104 (età media 60,0

          anni)  ricevettero da 300 a 600 UI di vitamina  E al giorno, senza alcun altro
          trattamento, a 123 (età media 59,4 anni)  ricevettero o vasodilatatori, antipro-
          trombina o complessi poli vitaminici.

              Non vi erano state differenze significative tra i gruppi di pazienti che ave-
          vano ricevuto i tre ultimi trattamenti. Dopo un periodo di osservazione compre-

          so tra i due e i sette anni, si riscontrarono varie differenze tra i pazienti che ave-
          vano preso la vitamina  E e quelli  che non l'avevano presa. Durante la ricerca
          morirono 9 dei pazienti trattati con la vitamina e 19 pazienti dell'altro gruppo
          (8,7 per cento contro 15,4 per cento). A uno dei 95 pazienti sopravvissuti  del

          gruppo trattato con la vitamina E e a 11 dei 104 pazienti sopravvissuti dell'altro
          gruppo si dovette amputare una gamba (1,05 per cento contro 10,58 per cento;
          dati statisticamente significativi a livello del 99 per cento di attendibilità). I pa-

          zienti affetti da disturbi occlusivi periferici soffrono, dopo aver camminato per
          breve tempo, di acuti dolori ai polpacci, a causa di un insufficiente rifornimen-
          to di ossigeno ai muscoli.  Dei pazienti trattati con vitamina  E, il 75 per cento
          aumentò del 50 per cento il percorso che riusciva a coprire camminando senza
          che insorgessero tali dolori, contro il solo 4 per cento degli altri pazienti.  La

          sensazione  soggettiva  di miglioramento  fu nettamente  maggiore  nei pazienti
          del gruppo trattato con la vitamina E che negli altri.

              Numerose altre ricerche hanno dato risultati analoghi. Boyd e Marks (1963)
          riferiscono di 1476 pazienti con arteriosclerosi generale che erano stati trattati
          con vitamina E per dieci anni.


              Questi autori hanno trovato che il tasso di sopravvivenza di dieci anni era
          superiore in questi pazienti a quello riscontrato in qualsiasi ricerca analoga su
          pazienti che non avevano ricevuto vitamina E.

              La mia conclusione, in base ai dati che ho riassunto sopra e a ulteriori pub-
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