Page 93 - Sbirritudine
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per  gli  addetti  dell'ufficio  postale,  che  non  conoscono  il  cifrario
              utilizzato. Loro sanno solo dove consegnare la posta, ma non sanno a

              chi corrisponde ogni numero. Gli impiegati dell'ufficio postale mettono
              insieme tutti i pizzini con lo stesso numero e li passano a vari postini
              che  li  smistano  in  determinati  luoghi  convenuti,  che  cambiano  in
              continuazione. Poi i singoli postini dei capi famiglia vanno ognuno a

              recuperare il proprio blocco di pizzini e lo consegnano ai destinatari. I
              capi  famiglia,  ciascuno  con  un  suo  cerchio  di  affiliati,  ora  possono
              decodificare i  messaggi e sapere cosa ordina loro il boss. Ognuno sa

              cosa fare, ma non sa che cosa è stato chiesto di fare agli altri capi. Così,
              se  un  capo  viene  beccato  e  magari  si  pente,  non  può  dire  nulla  che
              riguardi  altri  pezzi  della  sua  famiglia.  Ricevuti  gli  ordini,  i  capi
              scrivono dei pizzini di risposta cifrandoli ognuno con il suo codice, li

              contrassegnano  con  il  loro  numero  e  indicano  un  nuovo  luogo  di
              consegna  all'ufficio  postale  per  la  prossima  distribuzione  della  posta.
              Così  i  pizzini  risalgono  di  cerchio  in  cerchio  fino  a  raggiungere  il

              centro. È un meccanismo perfetto, fatto di cerchi concentrici che non si
              toccano.  Anche  se  si  sa  come  funziona,  smantellarlo  è  un'impresa.
              Serve  che  qualcuno  degli  anelli  intermedi  compia  un  errore.  Al

              telefono, magari, o nella consegna.
                 Con i due latitanti che si erano consegnati, fino a quel momento non

              c'era  stato  nulla  da  fare.  Erano  rimasti  liberi  di  governare  le  loro
              famiglie e i loro affari, impermeabili e impenetrabili. Perché si erano
              costituiti proprio ora? Che cosa stava succedendo? Renzo diceva che

              eravamo  vicini  a  vincere  la  guerra.  Se  anche  quei  due  generali  si
              arrendevano  era  fatta:  lo  Stato  dimostrava  di  essere  ogni  giorno  più
              forte.  Io  gli  dissi  che  forse  aveva  ragione,  perché  lo  vedevo  così

              contento. Ma pensavo anche che, se quei due pezzi da novanta si erano
              consegnati  allo  Stato,  significava  che  avevano  consegnato  la  vittoria
              definitiva ai corleonesi. La rivoluzione francese dei peri incritàti si era
              ormai compiuta: tutti i mafiosi di alto lignaggio erano stati decapitati.

              Adesso  tutti  i  capi  di  tutte  le  famiglie  di  tutti  i  paesi  siciliani
              appartenevano  ai  corleonesi.  Era  una  vittoria  dello  Stato?  O  era  la
              conseguenza della potenza militare di una sola famiglia che si era presa

              tutto?
                 Renzo non la finiva più di parlare. Degli amici di cui si fidava gli

              avevano fatto un nome, uno che rappresentava il cambiamento perfino a
              Prezia. Io gli dissi che la politica non mi interessava, ma lui insistette e
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