Page 84 - Sbirritudine
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stato un gatto o un lombrico avrei trovato il  modo di poliziottare gli
              altri lombrichi.

                 Lo salutai con la mano fuori dal finestrino. Lui si avvicinò e ci mise
              dentro un biglietto. Guidai fino a casa. Solo prima di aprire la porta del

              mio  appartamento  decisi  di  leggere  cosa  c'era  scritto:  “Marcello
              Malatesta  frequenta  giri  grossi”.  Rilessi  di  nuovo.  Non  conoscevo
              nessun Malatesta. Controllai l'indomani. Marcello Malatesta, anni 36,

              residente  a  Prezia.  Incensurato.  Viveva  con  la  madre  e  il  fratello.  Il
              padre,  che  faceva  l'elettrauto,  era  morto  cinque  anni  prima.  Madre
              insegnante  in  pensione  e  fratello  disoccupato.  Una  tipica  famiglia
              siciliana. Di sospetto non c'era nulla.

                 Comunque,  mi  misi  a  seguire  questo  Malatesta.  Scoprii  così  che

              aveva  diversi  conti  correnti.  Faceva  come  tutti  i  commercianti:
              prelevava soldi dal conto di una banca e li versava su quello di un'altra,
              poi  da  quest'ultimo  riprelevava  e  spostava  di  nuovo  il  capitale.  Si  fa
              così se hai un'attività e chiedi fidi e prestiti, e passi il tempo a riempirli

              e a svuotarli per acquistare la merce, stipendiare gli impiegati, pagare le
              tasse. Solo che Malatesta non aveva nessuna attività commerciale. Lui
              era ufficialmente impiegato in una finanziaria. Ma non ci stava mai. Il

              titolare era il padre della sua fidanzata. Ma allora quei soldi che faceva
              girare, Malatesta, da dove li prendeva? La finanziaria sembrava a posto.
              Trattava solo piccole cifre. Prestiti alle coppie per comprarsi la cucina o
              la camera da letto. Malatesta passava le ore al telefono. Dovevo arrivare

              a quell'utenza per capire cosa stesse combinando.

                 Il suo punto debole era il fratello, Ludovico. Si faceva di brutto. E per
              farsi a quel ritmo o sei ricco o spacci. Quindi, nel suo caso, la seconda.
              Scoprii che il suo metodo di spaccio era da tampàsimo patentato. Se ne
              stava a casa a sballarsi. Poi qualche amico si presentava in visita e lui

              gli vendeva la dose. L'amico se ne andava e Ludovico, per festeggiare,
              si drogava un altro po'. Si riforniva una volta a settimana da un paio di
              tizi che avevamo  pizzicato  diverse  volte. Per uno così  non avrei  mai

              sprecato tanto tempo, ma dovevo arrivare al fratello. Mi organizzai con
              Renzo e Cripto. Finalmente, dopo una settimana di indagini, eravamo
              pronti.

                 Ludovico era in casa a finirsi. La madre a disperarsi davanti alla tv.
              Marcello arrivò all'ora di pranzo. Subito dopo si presentò davanti alla

              porta uno scoppiato che non riusciva nemmeno a premere il pulsante
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