Page 80 - Sbirritudine
P. 80

«Ma quale operazione?» si mise a imprecare. A quel punto, però, io
              ero già fuori dalla stanza.





                 Ottenuto  il  mandato  tornai  dallo  zù  Giovanni.  Era  ancora  lì  dove
              avevamo  trovato  la  piantina.  Avevo  la  sensazione  che  non  si  fosse
              mosso di un millimetro. Era rimasto a contemplare quel suo errore. Non
              se ne capacitava. Avevo controllato la sua fedina: immacolata. E ora,

              per  una  piantina,  sarebbe  finito  dentro.  In  realtà,  per  più  di  tremila
              piantine. Gli notificai il mandato e gli chiesi di facilitarci il compito: ne
              avremmo tenuto conto. Lui abbandonò la pala e venne con noi fino alla

              macchina.  Seguendo  le  sue  indicazioni  ci  inoltrammo  sempre  di  più
              nella  vallata  fino  a  un  vecchio  casolare  abbandonato.  Dentro  c'erano
              migliaia di piantine. C'era un odore fortissimo. Chiamai dei colleghi in

              commissariato. Filmammo e fotografammo tutto. In ufficio provai a far
              parlare il contadino, che se ne stava muto a fissare il pavimento. Gli
              spiegai che se avesse fatto il nome del mafioso a cui appartenevano le

              piantine  se  la  sarebbe  cavata  con  poco.  Ma  lui  sapeva  bene  che
              gliel'avrebbero  fatta  pagare.  Era  un  contadino  e  basta.  Comunque,  io
              non potevo farci niente. Lo arrestai, poi andai da Bosco per fornirgli i
              dettagli. Lui sbuffava e santiàva mentre lo aggiornavo. Nel pomeriggio,

              mentre festeggiavamo la nascita del primogenito di un collega,  mi si
              avvicinò  e  mi  chiese  se  avevo  avvisato  il  magistrato  di  turno
              competente per il conflitto a fuoco. Io lo guardai storto.

                 «Pensavo che almeno questo lo avesse fatto lei» gli risposi.

                 Lui sbroccò: «Ma come ti permetti di dirmi quello che devo fare?».

                 «Io sono stato quasi ammazzato!» gli urlai. «E neanche quando quei
              mafiosi di merda sono spariti lei ha avuto le palle di venire a vedere
              come stava un suo uomo. Se n'è rimasto qui a sentire musica.»

                 «E chi cazzo ti ha detto queste cose?» Gridava che sembrava potesse
              scoppiare.

                 «Lo sanno tutti» gli risposi. Aveva le vene del collo che sembravano
              tronchi. Mi disse di stare attento, perché con il mio modo di lavorare

              prima o poi mi avrebbero sparato in bocca. Io diedi un pugno alla porta.
              La sfondai. La mano grondava sangue. Bosco scosse la testa e giurò che
              avrebbe preso seri provvedimenti disciplinari contro di me.
   75   76   77   78   79   80   81   82   83   84   85